venerdì 8 agosto 2014

Nessuno fermerà il cambiamento … dei “gentiluomini”



Mentre tutto intorno sembra di corsa cambiare,
almeno questo è il ritornello, e già s’agita il “nuovo” dell’avvenire,
per l’astuzia della storia,
tornano i “gentiluomini” con i riti segreti degli antichi patti.
E sì, ormai è chiaro a tutti, l’Italia e il suo futuro assetto costituzionale 
sono semplicemente, d’ora in avanti, sempre più, 
nelle mani dei  “gentiluomini”. Naturalmente maschi.
E i “gentiluomini”, a dire del capogruppo di Forza Italia in Senato,
anch'egli gentiluomo, i “gentiluomini”, appunto, sono Renzi e Berlusconi.
E’ solo grazie a questi due “gentiluomini” se il ddl Boschi di riforma costituzionale 
è stato approvato. Tutto il resto è contorno insipido, coreografia pomposa,
sceneggiata urlata. A partire dal Presidente del Senato. Peccato!
Tutto il resto non serve: i “gentiluomini” hanno forza per decidere da soli.
In questo senso non mancano le dichiarazioni di soddisfazione.
Soprattutto nella destra berlusconiana
(in verità nel Pd qualche motivato sussulto di “libertà di voto” ha aperto 
un qualche spiraglio contro il conformismo di sempre: almeno non si potrà più, 
grazie ai dissidenti Pd, continuare a dire, con Gobetti
che gli italiani hanno animo di schiavi).
Ed ecco le dichiarazioni. Inizia il gentiluomo Paolo Romani:
Il voto di oggi è la dimostrazione che Forza Italia è protagonista 
e fondamentale, senza di noi non ci sarebbe stata la maggioranza“. 
E continua, trionfante: “Mi auguro che l’asse con il Pd terrà 
anche sull’Italicum perché il patto fra Renzi e Berlusconi 
è un accordo fra gentiluomini.
Proprio così.
E la soddisfazione di Forza Italia continua anche nell’animo del nostro Premier
ormai sicuro, grazie a 183 senatori, tra i più “vecchi” del Senato
– i senatori “nuovi” non hanno votato-, di non trovare più ostacoli sulla strada 
di cambiare l’Italia e pazienza se gli arnesi sono i più vecchi possibili. 
E anche il metodo.
Eppure l’affermazione del nostro Premier 
"nessuno può più fermare il cambiamento
è il segno evidente di una latente, per ora, sconfitta politica. 
In realtà la via del cambiamento è senza tracciato sicuro, 
perché il destino dell’Italia non dipende più dal dialogo istituzionale libero 
e aperto di un Parlamento, non dipende più da una condivisione giocata 
con la nobile arte della politica, coinvolgente anche quando i voti sono 
divaricanti, non dipende più dalla forza 
di argomentazioni convincenti, ma dal patto con Silvio Berlusconi
E segna una frattura insanabile. Forse ora, nell'attimo, gradita ai più, 
perché solletica la rabbia con l’invenzione della semplificazione. 
Ma il controllo del voto non può durare all'infinito. 
E gli infingardi di comodo dell’oggi saranno gli infingardi di comodo domani.
Chissà, forse il “nuovo” giunge già vecchio e oscuro, se per “cambiare
il Paese c’è bisogno solo dell’accordo tra due “gentiluomini”.  
Come una volta, con una stretta di mani. magari democratica.
O no?
Severo Laleo

P.S. La senatrice a vita Elena Cattaneo ha motivato la sua astensione 
individuando con serena lucidità tre aspetti critici del percorso legislativo:
"il contesto generale di scarso ascolto e il linguaggio inadatto",
"un dibattito troppo condizionato da strategie di governo e di partito",
un progetto "tecnicamente pasticciato e frettoloso, non in grado di indicare l'esito, 
l'assetto, l'equilibrio, la visione del nuovo assetto costituzionale".
E ha aggiunto: "Non mi convince la non elettività dei senatori, non mi convince 
la modalità di elezione del presidente della Repubblica”.
Da condividere in pieno.
O no?




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