venerdì 13 marzo 2015

Alla Politica la responsabilità al Sorteggio l’indipendenza



Leggo di una proposta del M5S di scegliere la dirigenza Rai
per Sorteggio, credo per evitare il rischio di una dannosa lottizzazione. 
E un derivabile condizionamento.
Fatto, in Italia, tra l’altro, non raro!
E leggo di una risposta del Premier di rifiuto del Sorteggio
con un’argomentazione d’acchito di nessuna novità,
anzi di antica debolezza manipolatoria, al di là delle intenzioni.
Questa: che la Politica non può abdicare al suo dovere
di responsabilità.
Fatto, in Italia, tra l’altro, non raro!

Bene. Se è così davvero, esiste una possibilità d’accordo.
Equanime. Ottimo per il Bene Pubblico.
Dare alla Politica quel che è della Politica;
dare al Sorteggio quel che è del Sorteggio.
Continui la Politica a scegliere, con responsabilità,
la “rosa” delle migliori persone dirigenti possibili per competenza;
debutti il Sorteggio a scegliere, in libertà assoluta,
la dirigenza reale dalla “rosa” delle persone migliori.

E si potrebbe chiedere, non peregrinamente,
per superare il pregiudizio/sindrome occidentale di oggi 
dell’efficienza dell’ad unica/o,
la sperimentazione, proprio a livello decisionale più alto,
di una direzione/guida RAI duale, bicratica, di parità di genere,
di un uomo e una donna insieme.

Non è difficile immaginare, se si ha la pazienza di esercitare
la fantasia critica, la fantasia politica, la fantasia sociale, 
e etica e pedagogica, la ricaduta in termini di Bene Pubblico
di un’operazione di nomina della dirigenza RAI
secondo questo schema.
O no?
Severo Laleo


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