Leggo di una proposta del M5S di scegliere la
dirigenza Rai
per Sorteggio, credo per evitare il rischio di una
dannosa lottizzazione.
E un derivabile condizionamento.
Fatto, in Italia, tra l’altro, non raro!
E leggo di una risposta del Premier di rifiuto del
Sorteggio
con un’argomentazione d’acchito di nessuna novità,
anzi di antica debolezza manipolatoria, al di là
delle intenzioni.
Questa: che la Politica non può abdicare al suo dovere
di responsabilità.
Fatto, in Italia, tra l’altro, non raro!
Bene. Se è così davvero, esiste una possibilità
d’accordo.
Equanime. Ottimo per il Bene Pubblico.
Dare alla Politica quel che è della Politica;
dare al Sorteggio quel che è del Sorteggio.
Continui la Politica a scegliere, con
responsabilità,
la “rosa”
delle migliori persone dirigenti possibili per competenza;
debutti il Sorteggio a scegliere, in libertà
assoluta,
la dirigenza reale dalla “rosa” delle persone migliori.
E si potrebbe chiedere, non peregrinamente,
per superare il pregiudizio/sindrome occidentale
di oggi
dell’efficienza dell’ad unica/o,
la sperimentazione, proprio a livello decisionale
più alto,
di una direzione/guida RAI duale, bicratica, di
parità di genere,
di un uomo e una donna insieme.
Non è difficile immaginare, se si ha la pazienza
di esercitare
la fantasia critica, la fantasia politica, la fantasia sociale,
e etica e pedagogica, la ricaduta in termini di
Bene Pubblico
di un’operazione di nomina della dirigenza RAI
secondo questo schema.
O no?
Severo Laleo
Severo Laleo
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