Renzi,
a leggere HP, tuona nei suoi comizi
agitando questo linguaggio:
1. "… due
anni fa l'Italia era totalmente incastrata dentro
un
atteggiamento di costante depressione politica,
poi è
accaduto che le riforme improvvisamente hanno iniziato
a
realizzarsi".
Giusto: improvvisamente!
E perché? Come mai?
Non sarà forse grazie a un Parlamento che, pur
eletto
per la salvaguardia del Bene Comune e per realizzare
un Programma molto chiaro, ad esempio, su Scuola,
Lavoro e Povertà, si rende subito disponibile, con
facilità,
per abitudine italiana al trasformismo, e per un
radicato
e astioso, antico e fuori tempo massimo, “anticomunismo”
d’origine illiberale, a seguire altre strade in piena contraddizione
con il
voto degli elettori di centro-sinistra?
La responsabilità di Napolitano, nell'aprire le porte a un Governo
di impetuosi opportunisti, tutti dediti a cancellare quanto dalla sinistra
e dal centro-sinistra ulivista era stato conquistato negli anni,
senza tener conto, quindi, del rispetto programmatico del voto popolare,
è fuor di dubbio, al limite della ferita Costituzionale,
e gli inviti da parte di disorientati partiti
politici perché accettasse
un altro incarico Presidenziale non sono una sua giustificazione.
E fuor di dubbio è anche l’acquiescenza paurosa, ingiustificabile
in una democrazia matura, della sinistra del PD, al di là
del valore e dei dubbi delle persone.
2. dopo "63
Governi" e dopo due anni di "cambiamento
radicale,
la sfida più
grande comincia adesso … quello che stiamo cercando
di fare che
è molto più importante del Pil (proprio così, incredibile!),
è
restituire agli italiani l'orgoglio di appartenere a qualcosa di grande
(una
volta, evidentemente, gli Italiani avevano l’orgoglio
di appartenere
a qualcosa di grande … e quando di grazia?
Durante l’Impero?); in realtà, sostiene Gianfranco Pasquino,
“negli anni Novanta si sono fatte riforme,
come quella elettorale
e la legge sui sindaci. Negli anni Duemila,
sono stati riformati i rapporti
fra Stato e autonomie locali, è stata fatta
un’altra riforma elettorale,
è arrivata anche la Grande Riforma (56
articoli) berlusconiana bocciata
da un referendum. Il bicameralismo italiano non
era perfetto, ma paritario.
La riforma renzian-boschiana non abolisce affatto
il bicameralismo.
Lo trasforma in maniera confusa. Qualcuno dei
riformatori è in grado
di portare esempi relativi a gravi problemi di
legislazione
e di rappresentanza prodotti dal Senato? Altro
che immobilismo.
Grande, persino eccessivo attivismo”.
3. serve "una
gigantesca campagna casa per casa, porta per porta
(citazione infelicissima
e fuori luogo, almeno per chi ha ancora Berlinguer
nelle sue corde), per vedere se gli
italiani vogliono entrare nel futuro
a testa alta (bisognerebbe
spiegare, ai giovani soprattutto,
quelli chiamati a impegnarsi a dare la vittoria
alle parole vuote
del Premier, come
si entra nel futuro, ad esempio,
senza pensione,
a testa alta?);
4. ... ho
bisogno di voi (ha bisogno di noi, il Premier? di noi che solo
a seguire il suo invito, a prescindere da ogni
altra misura, entreremmo
nel futuro a
testa alta? e quando? adesso? e poi, entrati nel futuro a testa alta,
avrà ancora bisogno di noi, il Premier?) 10 mila
comitati in tutta Italia,
composti da un minimo di 10 a
massimo di 50 persone". Amen!
Al di là di ogni altra considerazione nel merito
del Referendum,
poiché il prendere
o lasciare, sulla parola, e quale parola,
su materia così complessa e dai multiformi
aspetti,
non è un esercizio accettabile in un paese civile,
libero, intelligente,
partecipante, solo il NO restituisce a noi cittadini
liberi,
e non semplici seguaci, l’orgoglio nuovo, democratico, critico
di “appartenere”, non importa
se “a qualcosa di grande”,
ma sicuramente a qualcosa di nostro,
finalmente!
O no?
Severo Laleo
La
retorica di Renzi è senza limiti, ma
anche il ragionamento dell’attento Napolitano
è,
nella sua conclusione, senza fondamento: è solo un ipse dixit. Dichiara Napolitano
al Corriere: «Vedo tre diverse attitudini. Quella
conservatrice: la Costituzione è intoccabile,
non c’è urgenza né
bisogno di rivederla.
Quella politica e
strumentale: si colpisce la riforma per colpire Renzi.
E quella dottrinaria
“perfezionista”. Dubito molto che tutti i 56 costituzionalisti e giuristi
che hanno firmato il
manifesto contro siano d’accordo su come si sarebbe dovuta fare la riforma.
Ma questa è una
posizione insostenibile: perché il No comporterebbe la paralisi definitiva,
la sepoltura dell’idea
di revisione della Costituzione».
La sepoltura dell'idea di revisione della Costituzione? Accidenti Presidente! Misura, non è mestier suo
il catastrofismo. O no?
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