martedì 3 maggio 2016

Referendum: la retorica insopportabile del Premier merita un NO



Renzi, a leggere HP, tuona nei suoi comizi agitando questo linguaggio:

1. "… due anni fa l'Italia era totalmente incastrata dentro
un atteggiamento di costante depressione politica,
poi è accaduto che le riforme improvvisamente hanno iniziato
a realizzarsi".
Giusto: improvvisamente! E perché? Come mai?
Non sarà forse grazie a un Parlamento che, pur eletto
per la salvaguardia del Bene Comune e per realizzare
un Programma molto chiaro, ad esempio, su Scuola,
Lavoro e Povertà, si rende subito disponibile, con facilità,
per abitudine italiana al trasformismo, e per un radicato
e astioso, antico e fuori tempo massimo, “anticomunismo
d’origine illiberale, a seguire  altre strade in piena contraddizione 
con il voto degli elettori di centro-sinistra?
La responsabilità di Napolitano, nell'aprire le porte a un Governo
di impetuosi opportunisti, tutti dediti a cancellare quanto dalla sinistra 
e dal centro-sinistra ulivista era stato conquistato negli anni, 
senza tener conto, quindi, del rispetto programmatico del voto popolare,
è fuor di dubbio, al limite della ferita Costituzionale,
e gli inviti da parte di disorientati partiti politici perché accettasse
un altro incarico Presidenziale non sono una sua giustificazione.
E fuor di dubbio è anche l’acquiescenza paurosa, ingiustificabile
in una democrazia matura, della sinistra del PD, al di là
del valore e dei dubbi delle persone.

2. dopo "63 Governi" e dopo due anni di "cambiamento radicale,
la sfida più grande comincia adesso … quello che stiamo cercando
di fare che è molto più importante del Pil (proprio così, incredibile!),
è restituire agli italiani l'orgoglio di appartenere a qualcosa di grande 
(una volta, evidentemente, gli Italiani avevano l’orgoglio
di appartenere a qualcosa di grande … e quando di grazia? 
Durante l’Impero?); in realtà, sostiene Gianfranco Pasquino,
negli anni Novanta si sono fatte riforme, come quella elettorale
e la legge sui sindaci. Negli anni Duemila, sono stati riformati i rapporti 
fra Stato e autonomie locali, è stata fatta un’altra riforma elettorale,
è arrivata anche la Grande Riforma (56 articoli) berlusconiana bocciata
da un referendum. Il bicameralismo italiano non era perfetto, ma paritario. 
La riforma renzian-boschiana non abolisce affatto il bicameralismo.
Lo trasforma in maniera confusa. Qualcuno dei riformatori è in grado
di portare esempi relativi a gravi problemi di legislazione 
di rappresentanza prodotti dal Senato? Altro che immobilismo. 
Grande, persino eccessivo attivismo”.

3. serve  "una gigantesca campagna casa per casa, porta per porta 
(citazione infelicissima e fuori luogo, almeno per chi ha ancora Berlinguer 
nelle sue corde), per vedere se gli italiani vogliono entrare nel futuro 
a testa alta (bisognerebbe spiegare, ai giovani soprattutto,
quelli chiamati a impegnarsi a dare la vittoria alle parole vuote
del Premier, come si entra nel futuro, ad esempio, senza pensione,
a testa alta?);

4. ... ho bisogno di voi (ha bisogno di noi, il Premier? di noi che solo
a seguire il suo invito, a prescindere da ogni altra misura, entreremmo 
nel futuro a testa alta? e quando? adesso? e poi, entrati nel futuro a testa alta
avrà ancora bisogno di noi, il Premier?) 10 mila comitati in tutta Italia, 
composti da un minimo di 10 a massimo di 50 persone". Amen!

Al di là di ogni altra considerazione nel merito del Referendum,
poiché il prendere o lasciare, sulla parola, e quale parola,
su materia così complessa e dai multiformi aspetti, 
non è un esercizio accettabile in un paese civile, libero, intelligente, 
partecipante, solo il NO restituisce a noi cittadini liberi,
e non semplici seguaci, l’orgoglio nuovo, democratico, critico
di “appartenere”,  non importa se “a qualcosa di grande”,
ma sicuramente a qualcosa di nostro, finalmente!

O no?
Severo Laleo

La retorica di Renzi è senza limiti, ma anche il ragionamento dell’attento Napolitano
è, nella sua conclusione, senza fondamento: è solo un ipse dixit. Dichiara Napolitano
al Corriere: «Vedo tre diverse attitudini. Quella conservatrice: la Costituzione è intoccabile,
non c’è urgenza né bisogno di rivederla.
Quella politica e strumentale: si colpisce la riforma per colpire Renzi.
E quella dottrinaria “perfezionista”. Dubito molto che tutti i 56 costituzionalisti e giuristi
che hanno firmato il manifesto contro siano d’accordo su come si sarebbe dovuta fare la riforma.
Ma questa è una posizione insostenibile: perché il No comporterebbe la paralisi definitiva,
la sepoltura dell’idea di revisione della Costituzione». 
La sepoltura dell'idea di revisione della Costituzione? Accidenti Presidente! Misura, non è mestier suo 
il catastrofismo. O no?

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