Era forse possibile prevedere, con l'arrivo a Palazzo Chigi di una signora quale Presidente del Consiglio, un continuo rozzo degradarsi della cultura istituzionale in Italia? Non era così scontato.
È pur vero che nella nostra storia politica tra Presidenti del Consiglio, Ministri e Parlamentari s'era già assistito a forme di sguaiataggine istituzionale, ma queste apparivano isolate e cmq irripetibili, legate strettamente a momenti di crisi in particolari passaggi politici, ora, al contrario, con la nuova Presidente del Consiglio (per non dire di altre istituzioni), la sguaiataggine è diventata sostanza argomentativa direttamente in Parlamento e, insieme al penoso ricorso a guizzi teatrali e gonfi di vuota retorica, spegne definitivamente il rigore e la serietà del confronto politico.
Non a caso, a partire dagli strappi, in parole e in opere, di Berlusconi, (gioiosamente applauditi dalle sue truppe), le nostre istituzioni hanno registrato via via un rapido inabissarsi nella vergogna (Ruby, nipote di Mubarak, anche per la nuova Presidente del Consiglio!), grazie a una diffusa complicità di stolidità e convenienza di troppe/i. Persino gli oppositori, seguendo interessi di ceto, hanno tentato nel degrado solo di guadagnare posizioni di potere, tanto calpestato era stato il senso dell'agire democratico.
E senza riforme la stessa Costituzione fu stravolta: parve "normale" il passaggio dalla sovranità popolare alla sovranità del leader!
In realtà da un pezzo, senza alcun ripensamento/pentimento, il confine tra il comizio sguaiato e la postura istituzionale è saltato, in maniera insopportabile (si pensi al "pizzo di Stato"!). E tanta confusione irrispettosa continua ad alimentare il rifiuto del voto di molte/i in un'astensione critica e consapevole. Le persone chiedono serietà e sono più avanti del ceto politico, specie ora.
Forse il redde rationem non è tardi a venire, e molte/i fuggiranno di vergogna quando scopriranno la differenza netta, anche in politica, tra pressappochismo e competenza, tra sguaiataggine e riflessività.
O no?
Severo Laleo
P.S. Per fortuna resiste l'esempio di Mattarella, in quanto persona e in quanto Presidente della Repubblica (sia pure troppo paziente).
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