giovedì 15 giugno 2023

Berlusconi è morto: Meloni e l'elogio nuovo dell' "oltraggio"

 La persona Berlusconi ha vissuto il suo ciclo terrestre a suo modo.
Ora riposi in pace.
Chi ha vissuto intorno a Berlusconi, con Berlusconi e di Berlusconi
ha già consolidato il suo giudizio sul "capo", sull'"amico",
sulla "persona cara", anche se, modificatosi ora il vincolo di relazione,
qualcosa cambierà nei giudizi. Si vedrà.
In verità i cambiamenti di giudizio in politica sono la regola:
solo qualche mese fa, Berlusconi ha maltrattato Meloni
(per il suo "comportamento arrogante, supponente, prepotente, offensivo"),
e a sua volta Meloni ha ben ricambiato, maltrattando Berlusconi
(con la minaccia: "non sono ricattabile"). Complimenti molto chiari
e puntuali!
Ma nel giorno del dolore Meloni torna al giudizio pieno:
"Con lui l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti.
Ha imparato che non doveva mai darsi per vinta.
Con lui noi abbiamo combattuto, vinto, perso molte battaglie.
E anche per lui porteremo a casa gli obiettivi che, insieme, ci eravamo dati.
Addio Silvio”.
E per lei è giusto così: senza Berlusconi (questa forse per lui è la sconfitta
più cocente) la destra nostrana sarebbe fuori gioco.
"Con lui l’Italia ha imparato che non doveva mai farsi imporre dei limiti."
Ecco il senso ideologico della destra nostrana: "mai farsi imporre dei limiti".
Il non fermarsi davanti ai limiti è una caratteristica tipica della destra
italiana e, a dire il vero, anche di Berlusconi, totalmente insofferente
dinanzi ai "limiti", al punto, tra tanto altro, da trascinare, andando
oltre ogni limite di decenza, la sua parte in Parlamento a votare
"Ruby, nipote di Mubarack!"
E la Presidente attuale del Governo non ebbe allora alcuna remora
di sapore istituzionale e votò in silenzio obbedendo ad altro.
(di recente la cultura istituzionale della Premier è scesa a zero
con la trovata invereconda del "pizzo di Stato").
Torna così, attraverso il ricordo potente di Berlusconi, l'elogio
dell' "oltraggio", dell'andare oltre, del "non farsi imporre dei limiti".
Anche un altro Presidente del Consiglio, da sinistra (si fa per dire!),
ebbe l'ardire di non porsi limiti, invitando anche i "suoi" a non porsi limiti.
Eppure, se esiste una/la democrazia è proprio grazie al rispetto dell'idea
di "limite"; senza una "cultura del limite" non può esistere democrazia,
e nessuna parità tra cittadini/e, tra uomini e donne, tra chi ha e chi non ha,
tra chi "è" e chi "è in cerca di essere".
Chi non sa "fermarsi" prima dell'oltraggio, chi non sa "imporsi limiti",
perché rifiuta di riconoscerli nelle leggi e nella presenza/rispetto dell'Altro,
è fuori dalla democrazia.
Chi non coglie l'importanza fondamentale del limite, tende ad imporre
agli altri solo la propria visione.
Purtroppo questa è la destra nostrana. Una destra sì incoraggiata
da Berlusconi, ma insieme da Berlusconi anche trasformata
in populismo antiStato (chi non ricorda la scalinata "occupata"
del tribunale di Milano?)
L'autoritarismo confina sempre con la negazione dei "limiti",
proprio là dove ogni fascismo trova fertile terreno per insediarsi.
O no?
Severo Laleo

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