Ora tutti chiedono le dimissioni della Ministra della Giustizia
(per
l'appunto). Perché hanno saputo di altre telefonate. Imbarazzanti.
Eppure non c'era bisogno di ascoltare altre telefonate,
né c'era bisogno
di tirare in ballo la
liquidazione milionaria del figliolo. Questi sono
accidenti secondari, anche se
sostanziosi, di una causa primaria,
di una mentalità, cioè, antica, pre-politica,
o, quanto meno, di un visione
soggettiva, arrangiata, della Costituzione. Ed ecco perché.
Per chiedere le dimissioni di Cancellieri (della Cancellieri
mi suggerisce di scrivere il mio amico Scapece:
ma no, dai, è da superare
l’uso dell’articolo solo per le donne!), per chiedere,
ripeto, le dimissioni
di Cancellieri
è sufficiente, anche a prescindere da
quel gravissimo
suo esprimere la “sua” solidarietà amicale contro l’operato della
(sua)
Magistratura, soppesare la sua risposta di giustificazione per l’ intervento
di umanità nei confronti della signora Ligresti.
Cancellieri giustificò il suo intervento con queste
parole:
"Sono intervenuta come ho sempre fatto, ogni
volta che mi
è stato chiesto". Eh, no, signora Ministra,
non funziona così tra i leali
e corretti e solerti funzionari dello Stato, sommamente
se Ministri.
Un vecchio insegnante di Scuola Media, per illustrare a
più giovani docenti
il senso di un comportamento leale, corretto e solerte, a
prova
di Costituzione, da parte di un
funzionario dello Stato, era solito portare
questo esempio.
A scuola, si sa, ci sono alunni e alunne che non sempre
raggiungono
risultati eccellenti. E a volte solo per sopraggiunte situazioni
difficili
in famiglia. Federico, ad esempio, il figlio del Presidente XY, non studia più
da quando la mamma si è gravemente
ammalata, appare triste e spento,
e non ha più motivazione a seguire le
lezioni. L’altro giorno il Presidente
è andato dal Professore di Lettere per
chiedere, a ragione, un’attenzione
continua e discreta, insomma, un occhio di
riguardo, per suo figlio,
soprattutto in considerazione delle sue condizioni di
fragilità.
Il Prof l’ha ascoltato, con garbo, consapevole del suo dovere
professionale.
E decide di conseguenza. Ma s’accorge anche, il Prof, che nella
stessa classe
Rosanna, la figlia dell’infermiera XY, da un po’ di tempo non
studia più
come prima, anzi appare indifferente a tutto e, peggio, comincia a
odiare
la scuola. Il Prof sa anche che la madre di Rosanna, l’infermiera, non avrà
mai il tempo per andare a chiedergli
un occhio di riguardo per la sua figlia;
così, quando, informandosi, viene a
sapere della disastrosa situazione
familiare di Rosanna, decide di conseguenza.
Come per Federico, da buon
funzionario dello Stato, perché un funzionario corretto
e solerte e leale
non si muove solo su richiesta, ma seguendo un principio di
imparzialità
del suo ufficio/amministrazione, la scuola, nel rispetto dell’art.
97
della Costituzione: “I pubblici uffici sono organizzati secondo
disposizioni di legge, in modo
che siano assicurati il buon andamento
e l'imparzialità dell'amministrazione”. Non sono, quindi, necessarie
richieste per esercitare l’imparzialità (e
l’umanità).
Forse la ministra Cancellieri,
non avendo genuinamente interiorizzato
il principio costituzionale, e muovendosi solo e
sempre su richiesta,
non appare all’altezza
del suo compito.
Eppure, in parte, potrà sempre riparare con un “ravvedimento
operoso”:
le dimissioni volontarie.
O no?
Severo Laleo
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