Il Presidente degli Stati Uniti Obama, nel suo ultimo discorso
all'Assemblea Generale dell'ONU, tra gli altri importanti moniti,
sinceri e non
più dettati da un immediato interesse politico
(dirà, ad esempio, “un mondo in cui l'1% dell'umanità controlla
una
ricchezza pari al 99% non è uguaglianza … bisogna lottare
contro le
disuguaglianze e colmare il divario tra i più agiati
e i meno
abbienti”), dedica un passaggio anche alla sua idea
di democrazia, ma senza esaltare il “suo” sistema
statunitense
delle regole costituzionali; e afferma: "No agli uomini forti
e a modelli
di società guidate dall'alto. La democrazia resta
il vero
percorso da compiere. C'è un crescente conflitto
tra
liberalismo e autoritarismo … sarò
sempre dalla parte
del
liberalismo contro l'autoritarismo".
Obama,
si è detto, non intende esaltare il sistema statunitense,
ma quel “suo” sistema, sicuramente liberale e non
autoritario,
soddisfa anche la sua idea di democrazia formale. E non intende
assolutamente
apportare una qualche modifica/riforma al “suo” sistema.
Sa di godere di una
secolare stabilità costituzionale.
Il Congresso
degli Stati Uniti, corrispondente al nostro Parlamento,
l’insieme cioè di Camera e Senato, è
l’unico nel mondo, ripeto l’unico,
per ora insieme solo al Parlamento italiano,
a bicameralismo
paritario. E forse resterà, a fine anno, l’unico
in assoluto nel mondo intero, sì, perché mentre nessuno
negli Stati
Uniti si sogna di toccare la struttura bicamerale paritaria
del Congresso,
attraverso il vaglio del quale, cioè di Camera
e Senato
insieme, con pari autorità, si approvano le leggi,
in Italia volenterosi autoproclamatisi padri costituenti
(tra questi anche il convinto Verdini), con la strana intenzione
di “semplificare”,
senza peraltro mandato, in origine, della volontà popolare,
hanno
maldestramente diviso il Paese in un paradossale scontro,
a volte apocalittico,
tra chi intende difendere e chi intende eliminare
il bicameralismo paritario.
Perché? Qual è il significato di “semplificare”? E semplificare che?
L’opposizione tra liberalismo e autoritarismo
è anche l’opposizione
tra governati e
governanti: i governanti (e quanti vivono di “governo”)
tendono a semplificare, perché privilegiano il governo, la decisione
(potere/autoritarismo),
i governati
tendono a controllare,
perché privilegiano la partecipazione, la trasparenza
(liberalismo/democrazia).
Renzi, Confindustria, Marchionne
e la Grande Finanza hanno
già scelto tra governo
e partecipazione, tra autoritarismo e liberalismo.
Noi, gente
già “semplice”, esaminata la lunga storia del nostro paese,
non ancora finita, di facile assuefazione alla sudditanza,
si preferisce continuare a restare con Obama: “No agli uomini forti
e a modelli
di società guidate dall'alto.”
O no?
Severo Laleo
Nessun commento:
Posta un commento