A sentire la
denuncia di Barone, Rettore della Scuola Normale di Pisa,
quando si tenta di
“promuovere” in carriera una donna all’Università,
si scatena il
finimondo (almeno per i tanti estensori di lettere anonime
usi a distruggere,
con espliciti riferimenti sessuali, volgari e diffamatori,
soprattutto la
personalità della “fortunata”.)
E sempre a dire del
Rettore -e la sua parola è degna di fede sino
a prova contraria-, “per le donne
c'è l'aggiunta di risvolti volgari
e riferimenti alla vita privata, del tutto
inaccettabili”.
In breve si va giù
picchiando forte.
Ora, chiunque sia,
uomo o donna, a scrivere tali lettere anonime,
una cosa è certa:
il retroterra culturale (si fa per dire!) delle manine
anonime è di diretta,
spiccata derivazione maschilista.
Per qualche maschio
(o di più?) deve suonare insopportabile l’idea
di essere superato
da una donna, soprattutto in campo “scientifico”.
E questo preoccupa
molto, molto.
Molto, specie se la
conclusione del Rettore è “promuovere le donne
è impossibile”. Certo dal Rettore,
oltre alla denuncia, ci si aspetta
comunque interventi di altra natura.
Ma a noi tocca solo
registrare quanto sia difficile, pur in un ambiente colto,
quanto sia difficile
per una donna ottenere “posizioni” di punta.
Scrive Gualmini
-e per una volta si può condividere pienamente-
“donne e potere non stanno bene
insieme. Le donne non devono
neanche avvicinarsi ai posti di
comando, perché ritenute inadatte.
Al massimo, possono essere
destinate
dal capo-uomo a
qualche ruolo ancillare o sussidiario, "al servizio di".*
Quando si tratta
di decidere, organizzare e coordinare
(magari team di uomini), le donne non sono
mai considerate adeguate
fino in fondo. Riecheggia ancora
il mito dei ruoli di accudimento
e di cura, assai diversi da
quelli di comando e direzione.
Spesso sono le stesse donne ad opporsi alla
scalata delle colleghe,
in base al retropensiero che vede le
lavoratrici "troppo in carriera"
come "traditrici"
del loro mandato sociale, cioè colpevoli
di aver trascurato famiglia e figli”.
D'accordo. Ma se quel capo-uomo, incarnazione del monocratismo
maschilista, fosse
sostituito da
una guida duale, un uomo e una donna
insieme, forse si potrebbe sperare in un qualche superamento
insieme, forse si potrebbe sperare in un qualche superamento
di tanti insulsi pregiudizi.
O
no?
Severo
Laleo
in "Le donne erediteranno la terra": il nostro secolo sarà il secolo
del sorpasso della donna sull'uomo!
Il problema è forse il sorpasso o la donna-capo?