mercoledì 17 ottobre 2018

Un Barone per le donne





A sentire la denuncia di Barone, Rettore della Scuola Normale di Pisa,
quando si tenta di “promuovere” in carriera una donna all’Università,
si scatena il finimondo (almeno per i tanti estensori di lettere anonime
usi a distruggere, con espliciti riferimenti sessuali, volgari e diffamatori,
soprattutto la personalità della “fortunata”.)
E sempre a dire del Rettore -e la sua parola è degna di fede sino 
a prova contraria-, per le donne c'è l'aggiunta di risvolti volgari 
e riferimenti alla vita privata, del tutto inaccettabili”.
In breve si va giù picchiando forte.
Ora, chiunque sia, uomo o donna, a scrivere tali lettere anonime,
una cosa è certa: il retroterra culturale (si fa per dire!) delle manine 
anonime è di diretta, spiccata derivazione maschilista.
Per qualche maschio (o di più?) deve suonare insopportabile l’idea
di essere superato da una donna, soprattutto in campo “scientifico”.
E questo preoccupa molto, molto.
Molto, specie se la conclusione del Rettore è “promuovere le donne 
è impossibile”. Certo dal Rettore, oltre alla denuncia, ci si aspetta 
comunque interventi di altra natura.
Ma a noi tocca solo registrare quanto sia difficile, pur in un ambiente colto,
quanto sia difficile per una donna ottenere “posizioni” di punta.
Scrive Gualmini -e per una volta si può condividere pienamente- 
donne e potere non stanno bene insieme. Le donne non devono 
neanche avvicinarsi ai posti di comando, perché ritenute inadatte. 
Al massimo, possono essere destinate
dal capo-uomo a qualche ruolo ancillare o sussidiario, "al servizio di".*
Quando si tratta di decidere, organizzare e coordinare 
(magari team di uomini), le donne non sono mai considerate adeguate 
fino in fondo. Riecheggia ancora il mito dei ruoli di accudimento 
e di cura, assai diversi da quelli di comando e direzione. 
Spesso sono le stesse donne ad opporsi alla scalata delle colleghe, 
in base al retropensiero che vede le lavoratrici "troppo in carriera" 
come "traditrici" del loro mandato sociale, cioè colpevoli 
di aver trascurato famiglia e figli”.
D'accordo. Ma se quel capo-uomo, incarnazione del monocratismo 
maschilista, fosse sostituito da una guida duale, un uomo e una donna 
insieme, forse si potrebbe sperare in un qualche superamento 
di tanti insulsi pregiudizi.

O no?
Severo Laleo

*Comunque ci si può consolare con l'ottimismo di Cazzullo,
in "Le donne erediteranno la terra": il nostro secolo sarà il secolo 
del sorpasso della donna sull'uomo!
Il problema è forse il sorpasso o la donna-capo?

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