domenica 25 febbraio 2024

Otto miliardi: dalla vita/pace alla morte/guerra

 Ma è vero che questo governo ha intenzione di spendere otto miliardi, otto miliardi, sia pure in più anni, per l'acquisto di carri armati con l'intento conseguenziale di incrementare gli orrori nei campi di battaglia? È vero? Otto miliardi?


Se è vero, è un'offesa a tutte le persone povere del nostro paese; con otto miliardi si sarebbe garantita la possibilità a persone in gravi difficoltà economiche di percepire un reddito per una vita dignitosa. 

Eppure quel reddito, una volta di cittadinanza, è stato subito strappato, con ideologico furore, alle persone in difficoltà per dare ora ai carri armati da guerra una continuità di morte.


La mente e il cuore si ribellano, non riescono a concepire tanta insipienza politica o tanta arroganza di forza.

Non è possibile negare miliardi alla vita per sperperarli nella morte. I carri armati restano sempre macchine di morte, 

anche in difesa.

Se un reddito di vita/cittadinanza è  strumento di sollievo nell'esistenza delle persone povere, l'acquisto di carri armati diventa comunque strumento di diffusione di morte. 


Scegliendo di spendere per armi,

continuando a dare una direzione bellico/militare al nostro bilancio, si rischia di non rispettare la Costituzione nel suo profondo impianto valoriale di pace dell'art. 11.

Se avesse l'Italia investito otto miliardi nel sostenere con mezzi adeguati la diplomazia per la pace, tante/i avrebbero compreso l'utilità corretta dell'impegno economico, perché investire nella pace, specializzandosi l'Italia come un paese di costruttori di pace, significa senza dubbio investire nella vita; con i carri armati si contribuisce solo ed esclusivamente a incrementare la morte.


Forse è ora per questo governo, un governo senza ragioni convinto della necessità di dotarsi di armi, di correre a nascondersi per questa scelta insensata di morte.

O no?

Severo Laleo

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