venerdì 1 marzo 2024

La scuola ha un solo compito: promuovere senza esclusioni libertà e conoscenza

 Mi è capitato di leggere su Oggi 
l'intervento di Fabio Fazio sulla proposta
di questo governo di riportare indietro 
nel tempo il sistema di valutazione
nella scuola elementare. 
E mi ha molto colpito, 
da veterano della scuola, 
trovare in un uomo, sia pure fine e colto, ma professionalmente immerso 
nel mondo dei "successi", una così profonda saggezza a proposito del ruolo della scuola nella formazione della persona. 
È vero, siamo abituati a vedere nella scuola (dove comunque esistono, spesso nascoste, tante, tante eccellenze) solo lunghi corridoi di aule con banchi, cattedra e lavagna all'interno delle quali si celebra, da secoli ormai, il rito di un far scuola, soprattutto a livello superiore, fondato sul trinomio lezione-interrogazione-voto, dove il voto rappresenta il punto finale più importante dell'intero processo. Un'assurdità. Eppure l'introduzione della Nuova Scuola Media, sul finire degli anni 60 (anni 60!), aveva spinto in avanti il nostro sistema scolastico: nuovi programmi, nuova didattica, nuova valutazione. Ma le resistenze a quell'idea 
di scuola aperta, su misura per tutte/i, "inclusiva", furono forti e continue, e ritornano, ora, con il ministro Valditara, ministro anche del "merito", un'entità ideologica declinabile a piacere.
Fabio Fazio, al contrario, con semplici osservazioni/intuizioni, riesce a cogliere 
il significato profondo della scuola e invita calorosamente il ministro a "fermarsi a riflettere".
Ecco, entrando nel vivo, stralci del suo intervento.
Fazio è molto preoccupato dell'intenzione del ministro di introdurre, già dal prossimo anno scolastico, il giudizio "gravemente insufficiente" nella scuola elementare, e scrive: " Signor ministro, non lo faccia, lasci stare. Introduca piuttosto insegnanti di sostegno, e in numero adeguato, nelle scuole di ogni ordine e grado. Che cosa potrebbe mai significare "gravemente insufficiente" per un bambino di sei anni, se non un trauma e una umiliazione? Trovo che l'idea di averci pensato sia drammatica. Perché mostra il dramma di chi evidentemente non si rende conto di che cosa sono oggi i giovani, da quale fragilità siano afflitti e di quanto sarebbe necessario invece costruire una scuola inclusiva che abbia il compito innanzitutto di rispettare i tempi di crescita di ciascuno alunno e di aiutarlo a scoprire le proprie passioni".
E continua Fazio: "Dalle elementari alle superiori, la scuola dovrebbe appassionare. Alla conoscenza, allo studio, alla scoperta del mondo e soprattutto di se stessi. I ragazzi hanno più che mai bisogno di essere ascoltati, accompagnati nel loro percorso di crescita in un tempo per loro difficile come quello che stiamo vivendo...
l'idea che la scuola efficiente sia fatta di lezione frontale, di valanghe di compiti per le vacanze, di verifiche e di stress, mi sembra anacronistica, una grande occasione sprecata...Una scuola che boccia e punisce rappresenta il fallimento della scuola. ... Cambi rotta ministro e faccia in modo che la scuola sia un luogo protetto e protettivo, in cui da sei anni fino alla maturità, ci si possa sentire non giudicati e in cui semmai si forniscono gli strumenti per imparare a giudicare. Anzi per comprendere più che per giudicare". 
D'accordo Fazio, anche se credo sia giusto aggiungere che la scuola di oggi, con tutte le note e dolenti carenze, sia ancora un luogo insostituibile di libera e critica formazione, grazie soprattutto all'impegno di tantissime/i docenti preparate/i e premurose/i. E non sarà una nuova "ideologia" a spingerla indietro.
O no?
Severo Laleo

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