Ed eccoli qui, i MASCHI più potenti del mondo, lugubremente insieme, dopo aver lanciato le bombe sull'Iran.
E senza vergogna, il CAPO, lì davanti gracchiante, incapace di parole nuove, ritorna, secondo l'antico barbaro rituale, a invocare DIO.
Non è da credere! Non è da credere!
Il Presidente degli Stati Uniti, dopo aver collocato l'"odio" nel campo avverso, definito "bullo" il suo nemico, osa, con blasfema sicurezza, associare alla sua decisione di guerra l'AMORE e DIO, non si sa quale: "Amiamo DIO e il nostro grande ESERCITO", e a seguire, naturalmente, ama, quel presidente, le bombe e la morte.
Sì, la morte, soprattutto di persone, ma anche di territori e ambiente, è l'unica prevedibilissima conseguenza di ogni guerra. Eppure si lascia il destino del mondo alla corriva tendenza dei capi, sempre maschi, di usare la forza e solo la forza. Vincere o perdere: non si conosce né si pratica altra logica.
L'interminabile, sconvolgente, davanti agli occhi di tutti, eccidio di persone a Gaza, è un terribile esempio di questa logica, capace di spegnere, con la sua atroce continuità, ogni norma del DIRITTO e, forse, ogni residuo di umanità in ognuno di noi.
Prima di arrivare a usare la "parola", questi maschi, devono mostrare muscoli di morte.
Nominiamo questi grandi responsabili di morte ognuno con il suo "orgoglio", di ragione e di torto: Putin, Zelensky, Hamas, Netanyahou, Khamenei, Trump (e altri silenti e/o complici). Tutti, ciascuno a suo modo, al di là anche dell'origine e della natura del Potere, hanno in comune una visione della vita fondata esclusivamente sul dominio dell'altro, a volte fino alla sua eliminazione o alla propria autodistruzione: la storia è là, maestra, dinanzi a noi.
Alla fin fine, i bulli sono dappertutto nel mondo!
Forse solo una ribellione mondiale, con manifestazioni e inerzia sabotatrice, soprattutto di donne, e uomini di pace, può cambiare questo correre "fiero" verso la morte.
O no?
Severo Laleo
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