purtroppo devo confermarti quella notizia/sospetto di cui ti parlai l'anno scorso: il nostro caro comune amico di Ariano, è certo ora, non sta bene. Ieri ho chiamato una sua vicina di casa (il telefono di O. non squilla più da un po') che, nella lingua della vita, mi ha detto commossa: "Non ci sta più con la testa!"
Povero il nostro amico! E mio compagno di liceo. Vorrei gridare, anche a chi si è scontrato con lui, che O. ha dedicato tutta la sua vita di lavoro a un assoluto rigore morale, senza il minimo segno, come dire, di personale fierezza, anzi nella sua più naturale normalità. E ha vissuto la sua solitudine, nonostante la sua dolce vena amicale, apparentemente con buona gestione, ma nessuno credo può conoscere i suoi tormenti, che a volte mi pareva di cogliere nelle sue pause durante le nostre lunghe conversazioni a passeggio, quando all'improvviso, per un qualche ignoto motivo, smorzava il suo sorriso in una maschera di tristezza.
Annegava per fortuna gioiosamente la sua solitudine nel paesaggio avito in lunghissime solitarie passeggiate multichilometriche, innamorato vero di pianori ondulati, di verdi monti, di tramonti indicibili: nei sui racconti, a voce, senza foto, tutta la felicità del suo essere con/nella natura! E spesso, al termine di interminabili camminate, ecco gli incontri di generosa convivialità con gli amici. La sua generosità, figlia di un istintivo distacco da ogni oggetto, è l'altro tratto forte della sua personalità.
E ora è ancora più solo, chiuso nel suo sé.
Spero tanto di incontrarlo presto per strappargli almeno un antico sorriso.
E devi sapere, caro Scapece, che il nostro amico, pur condizionato da ragazzo e in giovane età da un chiuso ambiente di destra molto conservatore, è riuscito, attraverso il confronto con gli altri (e quanti duri giovanili scontri anche con me!), scivolando lentamente nella vita, attraverso gli studi e l'analisi del reale, ad approdare, da persona diventata ostinatamente libera, ad una concezione liberalsocialista della società.
E ora la sua libertà dipende dall'intelligenza, speriamo buona, di chi l'assiste.
E vabbè! Così va la vita.
Scusami Scapece, avrei voluto parlarti del libro di Chandler, ma O. mi ha preso la mano (e l'amicizia è un sentimento a cui si obbedisce).
Buone cose
a.
Caro Tonino, hai stilato un ritratto fedelissimo dell'amico O., come per rispetto e affetto lo indichi. Ho saputo che non sta bene, e dato che anch'io, su altro versante, ho avuto problemi di salute, che devo monitorare, non c'è stata occasione per un incontro dal vivo. Dispiace saperlo in difficoltà. Era sempre un piacere incontrarlo, ascoltare il racconto delle sue lunghe passeggiate, e toccare con mano il suo straordinario senso civico, come hai bene descritto. Un caro abbraccio a te, ricordando l'amico O., augurandogli, per quanto possibile, serenità.
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