venerdì 23 dicembre 2011

Liberalizzazioni: fallimenti e successi. Il caso degli “avvistaposti”



E’ insopportabile. Anzi c’è da vergognarsi.
E’ in atto una dura battaglia, senza badare a spese in risorse umane,
contro gli avvistaposti al parcheggio di Careggi a Firenze.
Sì, gli avvistaposti di parcheggio, ossia la naturale evoluzione,
in modalità senegalese, del modello dell’arte napoletana dell’arrangiarsi,
senza i multiformi rischi dell’originale.
Ma a Napoli il parcheggiatore è pigro, ha anche la sedia.
A Firenze, no! Il dinamismo artigianale non è scomparso.
Sei mai stato a Careggi, al parcheggio di via Pieraccini?
Bene, in quel parcheggio, i senegalesi svolgono,
con gran beneficio degli utenti, in termini di tempo,
l’importante funzione di avvista posti.
All’inizio di ogni corridoio-parcheggio, abili di vista e di corsa,
ti accolgono due giovani, agilissimi,
per niente impediti da una busta gonfia di rapida mercanzia,
e gentili ti guidano al tuo “posto”, senza chiedere altro.
Forse ora saranno spazzati via, come i lavavetri, per far posto
alla diffusa tranquillità del perbenismo egoista.
La lobby dei lavavetri ai semafori e degli avvistaposti ai parcheggi
non è potente: le autorità registrano quindi un successo.
Contro la lobby dei tassisti, dei farmacisti, dei professionisti in “ordine”,
il fallimento delle autorità pubbliche è palese.
In Italia, si fa per esagerare, se non hai una lobby di riferimento, non esisti.
Una qualunque lobby, di qualunque tipo, visibile o nascosta.
Così a Firenze, città dell’accoglienza e della creatività artigiana,
aperta a ogni liberalizzazione e modernizzazione nel lavoro,
la battaglia contro i lavavetri e gli avvistaposti ha avuto successo,
con grave danno per la mia/nostra pigrizia.
Sì, perché il servizio a offerta libera del lavaggio del parabrezza,
ha sempre garantito, incrementando la visibilità, 
la qualità della mia/nostra guida. Per il bene di tutti.
Anzi più volte si chiede persino il servizio completo,
con passaggio veloce di schiuma lavante al parabrezza posteriore.
Se ben si guarda alla sicurezza stradale e all’efficienza di parcheggio,
e alle possibilità di un’integrazione facile nel tessuto produttivo,
sarebbe utile, in ogni grande città, istituire, con regole chiare,
l’ordine dei lavavetri e degli avvista posti.
O no?
Severo Laleo

P.S. Ha scritto l’ex ministro Mussi con gran rispetto del vero: “Prima i lavavetri, poi i mendicanti orizzontali invece che verticali a Firenze, infine persino un accordo tra il Comune e i frati francescano, con il sostegno dell’opposizione, per proibire ai mendicanti di Assisi di stazionare davanti alle chiese. Viviamo in una società che produce a getto continuo poveri, ma non sopporta di averli davanti agli occhi.. Sembra una storia molto antica in forme nuove. Avete presente l’Inghilterra della fine del ‘700? La Camera dei Lords approvò la famosa Legge delle enclosures, delle “chiusure”. Prima di allora una parte grande dei terreni erano commons, beni comuni dove lavoravano i contadini. Le terre vennero chiuse, e questo trasformò alcune centinaia di migliaia di contadini in operai delle nascenti industrie, altre centinaia di migliaia in vagabondi. Non c’erano semafori all’epoca, tuttavia i crocicchi delle strade si riempirono di una varia umanità di straccioni, un po’ più sporchi e un po’ più maleducati dei lords . Ovviamente i lords fecero leggi contro i vagabondi, nelle quali si stabiliva che al primo arresto del vagabondo c’era la galera, al secondo l’impiccagione sul posto. Si creò in pochi anni un certo ordine nelle strade…”

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