venerdì 2 dicembre 2011

E' d'obbligo un limite al potere anche nella durata

Scrive Stefano Allievi in
http://appuntidallacrisiitaliana-padova.blogautore.repubblica.it/2011/12/02/troppo-potere-troppo-a-lungo/:

"Troppo potere, troppo a lungo, fa male.
Gli scandali della giunta Formigoni sono l’ultimo capitolo di una lunga storia. A Formigoni è riuscito quel che non è riuscito a Galan: avvitarsi sulla propria poltrona trasformando il mandato elettorale in una sorta di satrapia di lungo termine. Quello che sperava Berlusconi per sé, sognando il Quirinale, e che praticano molti leader all’interno dei rispettivi partiti, a livello nazionale  – Bossi ne è l’esempio più longevo, ma non il solo – e locale.
Il sogno eterno del potere: durare sempre, a dispetto di tutto. Ma se “il potere corrompe, il potere assoluto corrompe assolutamente”. Ecco il senso del limite al numero dei mandati, delle cariche a termine. Specie se pubbliche ed esercitate in nome del popolo: ma farebbe bene anche a tante associazioni, imprese, enti, fondazioni… (il caso don Verzé dovrebbe dirci qualcosa). Troppi anni nello stesso ruolo fanno ristagnare le relazioni, creano inerzie malsane, impediscono l’innovazione. E, dove ci sono soldi da gestire, specie se pubblici, producono centri di potere più o meno occulti e stabili.
Per questo è sano il ricambio: frequente. Non solo dei leader. Sono in troppi, nei partiti e altrove, a essere convinti della propria indispensabilità. Non è così. Li cambiamo volentieri, ci abitueremo in fretta ai nuovi, quando arriveranno. Andate pure, grazie…"

Perfettamente d'accordo.
O no?
Severo Laleo

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