martedì 8 maggio 2012

L’urlo violento della crisi e la sordità "tecnica" del Governo



Il Presidente del Consiglio Monti, parlando dei suicidi legati 
alle conseguenze della crisi economica, ha dichiarato:
 Le conseguenze umane della crisi dovrebbero far riflettere
chi ha portato l’economia in questo stato
e non chi da quello stato sta cercando di farla uscire”.
In teoria, non ha tutti i torti il Presidente del Consiglio
(la crisi non è sua, viene da lontano), e non ha, il Presidente,
responsabilità diretta nella mala gestione dell'economia 
di ventata berlusconiana, aggravata dalla sfrenata corsa, 
corruttiva e ignorante, al danaro dei suoi alleati e servi liberi,
eppure parla solo da tecnico, anzi da professore, 
pronto a rimproverare altri e incapace  di offrire risposte immediate a chi è nel bisogno.
Quanto decisionista e rapido è nell’imporre, sul piano economico, 
i “tagli”, tanto perplesso e lento è nel trovare, sul piano umano, 
i nuovi “orditi”.
Se, con tempismo, è riuscito a reperire e nominare alti Supertecnici
pronti subito, con urgenza, a risolvere problemi di “conti”,
perché il nostro Presidente ancora non riesce a scovare,
per risolvere problemi di “persone”, altri Supertecnici,
magari solo per aprire un Centro d’Ascolto,
per dare una speranza a tutte le persone “in grave crisi”?
Forse perché il “servizio” e, a volte, il “dono” 
non sono affar di governo.
O no?
Severo Laleo

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