lunedì 28 maggio 2012

Povertà e cultura del limite: un promemoria per Monti

Scrive, nell’articolo dal titolo “Misura e povertà”, Aluisi Tosolini, su “Multiverso
riprendendo il documento-manifesto della Commissione Europea intitolato  
"EUROPA 2020. Una strategia per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva", la seguente riflessione, imperdibile, qui, in questo blog, 
per dare nuova qualità alle “parole per una cultura del limite": 
Tenendo ... conto del fatto che, negli ultimi decenni, la ricchezza è andata sempre più concentrandosi nelle mani di pochissime persone (il quintile più ricco detiene 
a livello planetario oltre l’80% della ricchezza mondiale), la misura della povertà 
è anche sempre stima della ‘s-misurata’ ricchezza, e quindi anche della mancata 
redistribuzione e dell’assenza della politica come luogo di definizione delle norme 
e delle regole in base alle quali effettuare la redistribuzione stessa. 
Questa riflessione, tuttavia, non è completa se non si fa riferimento 
anche ad un altro significato del termine misura:
essa va intesa pure come limite. E nel caso specifico come sobrietà.
La miseria sarà infatti sconfitta solo quando la sobrietà
e la cultura del limite saranno assunte come orizzonte di riferimento
per l’esperienza umana e la valutazione della sua realizzazione e felicità.
Quando la povertà-sobrietà diventerà la misura della pienezza dell’umanità.
Che è tale solo se è capacità di rispettare l’alterità, e quindi il limite.
Per vivere con misura”.
Quando un’idea, dall’apparenza utopica, si veste di progettualità,
e incontra la politica, può diventare realtà. Il nostro Presidente Monti,
sincero cittadino d'Europa, è avvisato. Se "crescono" i poveri, se, cioè,
la "crescita" tocca i poveri, e tra questi soprattutto i giovani senza lavoro,
e se si trova una modalità di ascolto per i "disperati" pronti al suicidio, 
un piccolo passo verso l' EUROPA 2020 sarà dato.
O no?
Severo Laleo


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