Rubo la battuta, felice, a Marcello Buiatti, intervenuto
oggi al Convegno
“Diversi. E allora?”, organizzato a Firenze, alla maniera antica
(cioè impegno civile, passione politica e autofinanziamento),
da un
gruppo di Associazioni di Migranti e molti altri.
Un convegno -dove la memoria di
Diop Mor e Samb Modou è presente e viva-
perfetto per semplicità
(ritualità a zero) e interesse
(discorsi brevi di parole vere di Pape Diaw, Anna Maria
Rivera, Michela Balocchi,
Jean-Leonard Touadi, don Alessandro Santoro, e di tutti gli
altri).
“La diversità -ha sostenuto Buiatti- meno male che c’è!”, anzi
è fonte di gioia
(almeno nella sua esperienza personale). E non si può non essere d’accordo.
Eppure, perché il razzismo è così difficile da sconfiggere,
e
continua a covare latente nella nostra società, nelle nostre scuole,
nei nostri
comportamenti, nell’azione politica?
Speriamo giungano domani, dai tanti Worshop, utili
indicazioni per contrastare,
non solo qui a Firenze, il pericolo di questo nuovo e violento,
anche quando è subdolo, #razzismo.
O no?
Severo Laleo
P.S. Solo per sorridere. Un po'.
A conclusione del suo vibrante, e a
voce sperlita, intervento, il “nostro”
(è anche “sua” la “nostra” libertà!) combattente
partigiano Silvano,
forte dei suoi 87 anni, ha gridato la sua gioia di trovarsi
tra tanti giovani,
con un riferimento, dolce, simpatico alla sessualità, quasi
a confermare,
sia pure solo per celia, l’antico vizio della nostra povera
cultura maschilista
(radice da sempre di razzismo), uguale a destra, a centro,
a sinistra.
O no?
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