domenica 16 febbraio 2014

Intellettuali senza rudimenti di educazione civica



Cazzullo, ottimo giornalista del Corriere, con molta tranquillità dichiara 
a Ballarò di non “scandalizzarsi” per il colloquio
tra il Presidente della Repubblica e il pregiudicato Berlusconi.
E’ un esponente legittimo della cultura “italiana”.
Una giornalista europea, non italiana, al contrario,
sempre a Ballarò, ritiene il fatto, e non pare la sola, “gravissimo”. 
Gravissimo. Ormai è chiaro. In questo nostro Paese sfortunato,
il divario, il profondo scollamento  non è più solo tra classe politica e popolo, 
ma anche tra popolo e responsabili dell’informazione  
e, in qualche modo, tra popolo e “intellettuali”.
Troppi politici, troppi giornalisti, troppi intellettuali giustificano l’ingiustificabile 
solo perché a scuola non hanno mai studiato “educazione civica”, 
base fondamentale per un minimo di cultura liberale. 
Nessun testo di educazione civica parla dell’obbligo 
per il Presidente della Repubblica di ricevere
un pregiudicato. Nessun obbligo, ma Napolitano ha scelto
di ricevere Berlusconi. Una scelta, quindi, con un valore politico.
a esempio di confusione e non rispetto di un limite.
Eppure se il popolo del sì all'acqua pubblica fosse oggi chiamato
a giudicare dell’incontro tra Berlusconi e Napolitano direbbe,
non da "italiano", è un fatto gravissimo.
Forse il popolo italiano è civicamente più educato di tanti intellettuali.
O no?

Severo Laleo 

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