giovedì 13 febbraio 2014

La fine della Politica



Il Parlamento in carica è in gran parte un Parlamento di nominati.
Molti parlamentari sono stati nominati direttamente da Berlusconi.
Berlusconi è stato espulso dal Senato per indegnità.
Ma i senatori di Forza Italia e del NCD, scelti/nominati dall’indegno, 
in quanto condannato per frode fiscale,
sono tutti in carica. E decidono le sorti del Paese.
Ha forse qualche parlamentare sentito il dovere di dimettersi
per lasciare una distanza chiara tra onestà e frode?

Il Parlamento in carica è il risultato del Porcellum.
La Corte Costituzionale ha dichiarato incostituzionale
il Porcellum. Il Parlamento in carica è quindi il risultato
di una legge elettorale incostituzionale.
Avrebbe il Parlamento solo il “permesso” di gestire emergenze.
In tempi definiti, per tornare presto al voto e ristabilire
la costituzionalità perduta. Invece vive, e continuerà a vivere,
per decisione/proposta di Renzi, fino al 2018.
Ha forse qualche parlamentare sentito il dovere di interpretare
con correttezza il dettato della Consulta chiedendo di tornare
a votare? Mentre la nostra indignazione tarda ad ardere?

Renzi, in “profonda sintonia” con il condannato per frode fiscale, 
intende “cambiare” (si fa per dire!) la legge elettorale e aprire
una fase Costituente per il Paese. Per questo ha invitato in campo
a giocare l’indegno. Per le riforme. Le riforme dell’indegnità (o di Dudù).
Un’assurdità in qualsiasi altro paese civile, anzi semplicemente normale.
Ha forse qualche parlamentare sentito il dovere di inorridire
per tanto spregio della più elementare legalità?

Con l’indegno e con questo Parlamento da Porcellum
si apre la fase Costituente. Tutti d’accordo, o quasi, senza vergogna. 
Ma per quest’opera di “rinnovamento” (si fa per dire!) Letta
è d’intralcio. Senza palesi motivazioni. L’ambizione senza limiti 
–un orgoglio per Renzi- inventa il nuovo governo di legislatura.
Per il consenso non nobile, ma molto interessato della casta.
Ha forse qualche parlamentare alzato un dito per un’obiezione?

Ma, attenzione, l’ambizione senza limiti genera violenza.
Letta è la prima vittima. Con l’accordo di un PD, ignaro e complice.
La seconda vittima è la Costituzione, nelle mani di “abusivi
per la sua riforma. E altre violenze seguiranno, se questo
è il metodo. Ha forse qualche parlamentare (Civati?) sottolineato il rischio
di una perversione nei rapporti tra persone?

Il Presidente Napolitano insiste nelle “intese”, larghe e strette,
dando vigore, per una legislatura, a un Parlamento
senza legittimità costituzionale elettorale.
E crede sia un suo dovere istituzionale perpetuare un obbrobrio.

Forse davvero è la fine della Politica.
O no?
Severo Laleo




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