mercoledì 24 settembre 2014

Un’idea di Leader e di democrazia oltre De Bortoli e Renzi



L'editoriale del direttore del Corriere della Sera, De Bortoli,
ha avuto un'eco immediata e straordinaria. Un po’ stranamente. 
E' citato dappertutto. Anche con qualche soddisfazione,
e senza gelosie giornalistiche.
Eppure esprime, al di là se vere o false, evidenti ovvietà 
sulla personalità del Premier, note da tempo ai più. 
Specie se avversari.
La notizia dunque è solo nel fatto
che un intellettuale moderato abbia voluto dar spazio
alla sua ritrovata sincerità rifiutando il gioco dell’ipocrisia,
se non della piaggeria, diffuso nella stampa italiana. 
Eppure è possibile partire da De Bortoli, dalle sue parole,
per andare oltre nella riflessione politica, ad di là di Renzi
e della sua personalità. Oltre la contingenza.

Ma prima della riflessione, dato il peso politico dell’intervento
di De Bortoli, che non è nel suo giudizio sul carattere del Premier,
vorrei esprimere un accordo pieno sulla sua richiesta, sacrosanta,
e normale per un paese democratico e civile, di conoscere
tutti i contenuti del Patto del Nazareno.
Non è possibile che il Segretario del Pd e uomo delle istituzioni
in quanto Premier, possa concordare con chicchessia,
e specie con un ex senatore espulso dal Senato per indegnità,
e già tessera P2, una serie di passaggi politici all'insaputa,
non dico degli iscritti a quel partito, ma di tutti i liberi cittadini
(ogni iscritto al Pd dovrebbe pretendere, pronto a ritirare
in caso negativo l’iscrizione, di conoscere tutti i dettagli del Patto,
specie se il suo Segretario ha sventolato con convinzione
la bandiera della trasparenza, bene fondamentale per una democrazia
matura solo se non è nella disponibilità di qualcuno).
In realtà, il Patto del Nazareno, proprio perché determina 
un programma, dovrebbe essere online.

Chiarito questo punto politico riguardante la trasparenza, 
obbligatoria sempre in politica, specie quando si tratta di riforme, 
ecco per punti la riflessione a partire dalle parole di De Bortoli .
1. Scrive De Bortoli, e non credo solo per fare un complimento 
a questo Premier: “Una personalità egocentrica è irrinunciabile
per un leader”. Ritiene cioè il direttore che l’egocentrismo
sia una qualità del Leader. Anzi essenziale per un Leader.
Si può non essere d’accordo, anche se intorno si sente diffusa
e comune l’idea della necessità per un Leader di avere “forza
di comando” e di decisione “senza guardare in faccia nessuno”,
virtù dalle quali scaturirebbe la capacità di governare il cambiamento,
a prescindere dal tipo di cambiamento.
Eppure se si riflettesse sulla storia del potere e sulle sue modalità
di gestione, si potrebbe concludere che se ancora abbiamo 
istituzioni con un Leader “da solo al comando” 
(anche per De Bortoli il leader da solo al comando è una sciagura), 
e che se attribuiamo al Leader egocentrismo, forza di comando, 
decisionismo, è solo perché il monocratismo, al quale siamo abituati 
da sempre, altro non è che l’esito storico del maschilismo.
Senza millenni di maschilismo non avremmo un “Leader
solo al comando” né penseremmo mai di attribuire
al Leader la virtù dell’egocentrismo con tutti i suoi derivati.
Forse le cose sarebbero più avanti per la democrazia
se al monocratismo si sostituisse il bicratismo di genere:
a dirigere il governo (e i Partiti, ad esempio)
non “un uomo solo al comando”, il monocrate, ma una coppia,
un uomo e una donna, ciascuno/a con le sue qualità personali,
ma obbligati a dialogare/confrontarsi prima di avviare 
i processi della decisione.
E l’idea del Leader per forza egocentrico crollerebbe subito
con gran vantaggio per la crescita democratica della società
e per una sicura apertura a un futuro diverso. Le conseguenze
a cascata in ogni campo sarebbero notevoli. E s’aprirebbe
una strada per la democrazia mite e conviviale. Forse.

2. Il giudizio di De Bortoli: Renzinon può fallire perché 
falliremmo anche noi” non è condivisibile 
perché non ha sostanza logica, e non ha sostanza politica, 
non è argomentato, è senza dati osservabili, 
è solo quindi un’espressione insieme di pensiero desiderante 
e di pensiero temente, è un voler dire per forza
tra desiderio/augurio e timore/catastrofe. 
Altri, sempre senza logica e fuori arte della politica, 
potrebbero esprimere un contrario giudizio e cioè: 
Renzideve fallire, se vogliamo salvarci”.
In breve, chiacchiere morte.

O no?
Severo Laleo



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