mercoledì 12 novembre 2014

La nonna, i nipoti e la scrivania tarlata



La scrivania ha ormai più due secoli. Appare solida.
Nel dopoguerra ha subìto un importante intervento
di restauro. Quasi una nuova costituzione.
Anche se purtroppo i tarli, nel profondo della struttura,
continuano a divorare il legno massello di sostegno.
E nell’oscurità.

In tanti anni la nonna ha riempito il piano della scrivania
di libri e fascicoli di studio. E di mille sparsi appunti,
per discorsi e riflessioni, e per memoria. Completamente.
Ma lento e continuo, con ripensamenti e andirivieni,
è proceduto il ricambio di libri e fascicoli.
E a peso costante la scrivania ha resistito.
Nonna e scrivania insieme hanno disegnato la sede
degli studi e della meditazione, della ricerca e del dubbio, 
dell’ascolto e del dialogo, della discussione
e della decisione, dell’accordo e del conflitto.
In responsabilità. Senza applausi e spesso in solitudine.
Per il bene di tutti.

Eppure i nipoti di casa non tollerano la vecchia scrivania,
piena e polverosa. E non vogliono sedere a studiare.
Non serve. Una poltrona, una sedia, un tavolo bastano
per un Apple. E per googlare. E basta un tweet per comunicare,
e per dire un sì alle decisioni. Con l’applauso o il fastidio
di tanti. Meditare, dialogare, tallonare il dubbio
è perdere tempo. Esprimere solidarietà non dà profitto,
provare empatia è un lusso. Anzi, in quanto sentimenti residui
di un tempo passato, bloccano l’azione.
Mentre agire è tutto. Avanti. Spavaldi, incuranti.

Intanto per la fretta di tutto movimentare e trasformare,
per l’ansia di cambiare, i fascicoli, cartacei,
tuttora vivi e vegeti, si accumulano, abbondanti e pesanti,
giorno dopo giorno, e, là buttati con rumore, giacciono, 
senza soluzione, senza possibilità di ricambio, 
sulla vecchia scrivania tarlata.
Così il peso incontrollato e in continua rivoluzione dei fascicoli,
tutti aperti e confusi, abbandonati e ripresi,
preme senza sosta e cresce; mentre i tarli, antichi e nascosti, 
con avida violenza, ampliano gallerie e minano la stabilità,
con il rischio sicuro di rovina.

Forse per evitare il crollo è tempo di sentire la nonna.
I nipoti, si sa, non battono il tempo sapiente della cura.
O no?
Severo Laleo









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