giovedì 7 maggio 2015

Il prof. Scapece, il Preside Valutatore, e la destra non liberale



Il prof. Scapece insegna nel suo liceo, ormai da più anni,
da precario, abilitato, in graduatoria ad esaurimento,
anche se su cattedra vacante, e ogni anno,
per il gioco della nomina, e per avarizia di Stato,
perde mesi di stipendi.

Ma il prof. Scapece, per la scuola, ha una sua passione,
e sopporta, in silenzio, ogni sopruso, confortato dai suoi ragazzi
e dalle sue ragazze che hanno preso per lui una cotta.
Senza equivoci, eh! E’ l’amore dell’insegnare, quando incontra 
l’amore dell’apprendere. Amori non istintivi, non naturali.
Ma costruiti con tante  esperienze di vita e tante letture.
E tante strategie tra la didattica e la pedagogia.
Perché l’idea di scuola del prof. Scapece è l’idea
di “bene comune”, da tutelare e curare, in cultura e libertà,
perché tanto è più civile e libera una società quanto più è libera
la cultura insieme al suo insegnamento.
Perché l’idea di scuola del prof. Scapece è l’idea
che ogni studente ha diritto al suo massimo Sapere,
al di là di prove di valutazione. Consentite, queste ultime,
nella piena autonomia della scuola, non per dividere
e classificare le scuole, e premiare solo le “prime
con i soldi di tutti , al contrario, consentite esclusivamente
per migliorare le dotazioni strumentali e professionali,
perché il Sapere di ogni studente diventi il più alto possibile.
Perché alunne e alunni sono uguali di fronte al Sapere.
E hanno uguali diritti di “promozione”.

Il prof. Scapece, dopo aver conseguito la laurea quinquennale
con lode, ha frequentato, anche per non aver subito trovato
un lavoro, un corso triennale di specializzazione universitario.
Le sue competenze sono di tutto rilievo e tutte certificate.
Ma questo è solo il primo passo, per entrare nella scuola.
Per altri due anni ha seguito i corsi della SSIS per conquistare l’abilitazione. 
Forse in nessun altro settore di lavoro nel pubblico
e nel privato si richiedono tanti passaggi di certificata competenza
e idoneità. E, nonostante il suo stipendio sia scandalosamente povero, 
una vergogna in Europa, pare debba anche,
e continuamente, dimostrare il suo “merito”.

Appunto il prof. Scapece, nonostante  i suoi studi, le sue attestate 
competenze disciplinari e professionali, nei prossimi anni,
per un incremento di miseria stipendiale, dovrà essere
interrogato” dal suo Preside Valutatore.
E i Presidi pronti a vestire i panni di Dispensatori di aumenti,
di Manager alla ricerca dei migliori sul mercato, di Sollecitatori
di una qualche promozione, sono purtroppo tanti in questo Paese
povero, tanto povero, di cultura liberale, anche se tanti altri Presidi 
non si riconosceranno nei nuovi panni del “Capo”, perché ricorderanno 
di avere vissuto la professione docente con il geloso orgoglio della difesa 
della libertà d’insegnamento.

Il prof. Scapece, per difendere la scuola “bene comune”, ieri
ha scioperato. E amaro e incredulo ha rimuginato: “Non è possibile, 
si è aspettato il Governo dei socialisti del Pd per approvare la riforma
della scuola della destra non liberale!”.

E ha ragione, il prof. Scapece. Forse qualcosa non funziona
nella cultura politica di questo Paese.

O no?
Severo Laleo



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