Il Trump obsoleto e goffo del cartellone daziario, gonfio del suo personale potere, illustra la sua decisione commerciale ai suoi sudditi e suddite obbedienti. Il mondo osserva, tra ammirazione latente e viva preoccupazione, il potente capo decisionista maschio con cartellone, e già tanti qui e là corrono a elogiare il potere dell'Uno, il nuovo Putin dell'occidente (e c'è chi in Italia ritorna a inseguire con rapidità l'approvazione del premierato! E sottintende: la democrazia è lenta e limitante).
Appunto, la democrazia è l'arte di definire "limiti" al potere (eppure in tutto il mondo ancora nessuna/o tocca/riforma l'arbitrarietà del monocratismo in sé, quale esito di una cultura esclusivamente patriarcale!)
Così, negli Usa, ucciso (si crede, almeno!) il Deep State, si risveglia, con una sua credibile voce, la rappresentatività della politica e due senatori, bipartisan, aprono il ciclo critico.
Ed ecco di seguito, proprio a segnalare il senso di una "cultura del limite", quanto si legge nel sito senatoriale di Maria Cantwell:
"I senatori Cantwell e Grassley presentano un disegno di legge bipartisan per riaffermare il ruolo commerciale del Congresso. La legislazione richiede al presidente di spiegare il ragionamento e gli impatti delle nuove tariffe al Congresso entro 48 ore; tutte le nuove tariffe scadranno dopo 60 giorni a meno che il Congresso non le approvi esplicitamente.
WASHINGTON, DC – Oggi, i senatori statunitensi Maria Cantwell (D-WA) e Chuck Grassley (R-IA), entrambi membri senior del Senate Finance Committee, hanno presentato una legislazione bipartisan per riaffermare il ruolo chiave del Congresso nell'impostazione e nell'approvazione della politica commerciale statunitense. Il Trade Review Act del 2025, modellato sulla War Powers Resolution del 1973, ristabilirebbe i limiti alla capacità del presidente di imporre tariffe unilaterali senza l'approvazione del Congresso.
"Le guerre commerciali possono essere altrettanto devastanti, motivo per cui i Padri Fondatori hanno dato al Congresso la chiara autorità costituzionale sulla guerra e sul commercio. Questa legge riafferma il ruolo del Congresso sulla politica commerciale per garantire che le politiche commerciali basate su regole siano trasparenti, coerenti e avvantaggino il pubblico americano. Le tariffe arbitrarie, in particolare sui nostri alleati, danneggiano le opportunità di esportazione degli Stati Uniti e aumentano i prezzi per i consumatori e le aziende americane", ha affermato il senatore Cantwell. "Come rappresentanti del popolo americano, il Congresso ha il dovere di fermare le azioni che causeranno loro danni".
"Per troppo tempo, il Congresso ha delegato la sua chiara autorità di regolamentare il commercio interstatale ed estero al ramo esecutivo. Sulla base dei miei precedenti sforzi come presidente del comitato finanziario, mi unisco al senatore Cantwell per presentare il Trade Review Act bipartisan del 2025 per riaffermare il ruolo costituzionale del Congresso e garantire che il Congresso abbia voce in capitolo nella politica commerciale", ha affermato il senatore Grassley.
Il disegno di legge ripristina l'autorità e la responsabilità del Congresso in materia di tariffe, come delineato nell'Articolo I, Sezione 8 della Costituzione, ponendo i seguenti limiti al potere del presidente di imporre tariffe:
Per promulgare una nuova tariffa, il presidente deve notificare al Congresso l'imposizione (o l'aumento) della tariffa entro 48 ore.
La notifica al Congresso deve includere una spiegazione delle motivazioni del presidente per l'imposizione o l'aumento della tariffa, e
Fornire un'analisi del potenziale impatto sulle aziende e sui consumatori americani.
Entro 60 giorni, il Congresso deve approvare una risoluzione congiunta sulla nuova tariffa, altrimenti tutte le nuove tariffe sulle importazioni scadono dopo tale termine.
In base al disegno di legge, il Congresso ha la facoltà di porre fine alle tariffe in qualsiasi momento, approvando una risoluzione di disapprovazione.
Sono esclusi i dazi antidumping e compensativi".
Forse qualcosa si muove negli Usa e non è un male.
O no?
Severo Laleo