mercoledì 2 marzo 2011

Il dovere delle opposizioni: un’alleanza di “inveramento liberale”


E’ ora. L’Italia ha bisogno urgente di una grande alleanza di “inveramento liberale”, da dichiararsi subito al Paese, da parte di tutte le opposizioni, a voce piena, a prescindere dai numeri in Parlamento, altrimenti la macchina da guerra, approntata a difesa del Capo dal Popolo della Libertà, contro tutte le Istituzioni, a partire dalla Camera, già ferita a tradimento dal voto bugiardo dei 315, e ora con l’invenzione del conflitto tra poteri, spargerà dietro di sé solo macerie. La maggioranza è disposta a tutto; e non ha freni “liberali”; se perde il Premier, implode. Ma le forze dell’opposizione hanno un dovere storico, ora, e non domani; devono restituire all’Italia quel che il fascismo, il leghismo, il berlusconismo hanno sempre consapevolmente negato, e che nella Prima Repubblica, neppure Dc e Pci, sia pure per altre ragioni, mai riuscirono a dare: una visione, appunto, “liberale” della democrazia, dove la responsabile serietà del civico comportamento del rispetto delle regole sia abito comune di ogni cittadino; abito per il quale, ad esempio, un ministro, reo di aver copiato parte di una tesi di dottorato, senta il bisogno di dimettersi. 
Questo è l’ obiettivo fondamentale, questa la “rivoluzione”, senza la quale il nostro paese da una parte sarà sempre vittima di populismi e trasformismi, a danno del bene pubblico, dall’altra sempre pronto a correre dietro il proprio “particulare”, continuando semplicemente ad aggiornare la strategia dell’”arrangiarsi”. Basta!
Contro il populismo affaristico, spavaldo e illiberale dell’oggi berlusconiano, bisogna unire tutte le forze “liberali” dell’opposizione. prima del diffondersi, ancora una volta, dell’inchino al capo, troppo facile in Italia, almeno a leggere la nostra storia. Bisogna costruire un’alleanza aperta, ampia, di respiro “liberale”, con quanti condividono questo obiettivo politico della trasformazione “liberale” del nostro Paese, sia per salvare le nostre attuali istituzioni democratiche e insieme estendere i processi per una democrazia avanzata (penso, ad esempio, alla pratica della trasparenza assoluta); sia per concordare, con i possibili alleati, una via d’uscita, rapidamente praticabile, dal precariato; sia per modificare la legge elettorale in senso “liberale”. Solo se governerà, per i prossimi cinque anni, una grande coalizione “liberale”, con l’obiettivo precipuo di praticare insieme, restituendo credibilità alla politica e fiducia alle nuove generazioni, i fondamentali della democrazia (e spero della giustizia sociale), sarà possibile domani alla sinistra di essere “sinistra”, alla destra di essere “destra”, al centro di essere “centro”, e ai trasformisti di professione, a quel punto, di essere “fuori”. Ora è d’obbligo recuperare democrazia e libertà, e insieme passione civile, reale e non virtuale, vissuta e non gridata, tanto attesa dalle nuove generazioni. Tutte le opposizioni, quindi, da Vendola a Fini, si siedano intorno a un tavolo, per aprire un vero confronto “liberale”, comprensibile a tutti gli elettori. E si vedrà, il solo porsi insieme delle opposizioni intorno a tavolo, subito, ora, con grande chiarezza “liberale”,  aprirà riflessioni utili anche nell’altro campo. Ora, a fronte unito e schiere serrate, non immaginabili. E aprirà anche a una nuova selezione “liberale” delle classi dirigenti.
O no?
Severo Laleo

Nessun commento:

Posta un commento