domenica 24 febbraio 2013

L’arroganza danarosa dell’oltraggio




Appena ieri, in questo Blog, a proposito della rinuncia di Benedetto XVI  
al ministero petrino, si è sottolineata l’importanza, per noi uomini moderni,
della Sua laica lezione di civiltà, in quel Suo riconoscere, a tempo opportuno,
i propri limiti, fisici e spirituali, e del decidere conseguentemente,
in piena libertà. Oggi, al contrario, un uomo politico, ad alta voce, grida,
schiavo nel suo bunker di danaro, il suo oltraggio, nel senso antico
del termine di andare oltre, oltre ogni misura, esprimendo un giudizio irresponsabile e irripetibile nei confronti della magistratura.
Liana Milella, nel suo blog su repubblica.it, rende ben chiara l’insopportabilità,
questa sì oltre ogni limite, di quest’uomo politico, invitando a tener viva
la memoria dell’oltraggio, e magari lasciando alla legge la parola definitiva
per ristabilire il diritto.
Ecco il suo articolo:
“Più che “grossa” l’ultima affermazione del Cavaliere contro i magistrati dà 
la misura di quanto debbano essere pesanti i suoi incubi. Tanto da oscurargli 
il senno e fargli violare il silenzio elettorale dell’ultimo sabato prima del voto 
con una frase di gravità inaudita.
Non ha mai il senso del limite l’ex premier. Non ce l’ha quando offende 
platealmente una donna (ma ormai abbiamo capito quanto materiale e greve 
sia il suo rapporto con l’altro sesso). Non ce l’ha quando usa la parola “cancro” 
per parlare dei magistrati, e usandola offende tutti coloro che con questa malattia 
lottano per la vita. Non ce l’ha quando imbroglia la gente con le sue false 
lettere sull’Imu. Non ce l’ha quando promette opere faraoniche che non hanno 
alcuna speranza di vedere la luce e per di più sono inutili. Non ce l’ha 
quando sovverte le regole dei processi e tenta di sfuggire alla giustizia. 
In questo blog mi si accusa di difendere i giudici, ma chi non lo farebbe di fronte 
a parole tanto gravi? Ricordiamocele bene – “Da noi la magistratura è una mafia 
più pericolosa della mafia siciliana, e lo dico sapendo di dire una cosa grossa”- 
anche domani  e dopodomani, e nei giorni a venire”.

Forse il guaio più grande per il nostro Paese è stato il piegarsi,
bianchi e neri, centro, destra e sinistra, ricchi e poveri, per opportunismo,
all'arroganza del danaro, al quel danarismo avvilente produttore,
solo da noi, di tanti, educati/sgauiati, orgogliosi, intelligenti “servi liberi”.
O no?
Severo Laleo


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