mercoledì 11 settembre 2013

La frode fiscale pretende un seggio al Senato. Forza Italia



Dopo ore di schermaglie e di minacce, e di parole spropositate 
(Schifani ha parlato di “plotone di esecuzione” e di “camera a gas”: 
solo il Pdl non comprende la volgarità del paragone), alla fine
la proposta giunge ed è questa: “Il senatore Andrea Augello
del PDL ha concluso la sua ampia relazione chiedendo 
che venga convalidata la posizione del Cavaliere, ovvero che il leader
del Pdl non decada dal suo seggio a Palazzo Madama”.

In altre parole, un Senatore di questa Repubblica, obbediente
perinde ac cadaver, al suo Capo, perché dal suo Capo, per via
del Porcellum, nominato, ma laicamente libero da ogni 
condizionamento di civiltà etica e/o di retaggio liberale,
ritiene, dopo una meditata analisi della normativa vigente,
lunga 80 pagine, legittima, normale, auspicabile, doverosa
la presenza di un condannato per frode fiscale nel Senato.

Che dire? La pervicace lotta di una oligarchia del denaro
e dei privilegi contro la legalità democratica ha raggiunto
il suo apice. E un’altra martellante pubblicità progresso
è partita a sostegno della devastazione imminente del diritto.
Eppure, l’Augello, forse, non ha tutti i torti: gli interessi
della Nazione devono essere tutti rappresentati in Parlamento.
Anche gli interessi dei frodatori del fisco.
O no?

Severo Laleo

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