giovedì 19 settembre 2013

La setta segreta dei socialisti e il silenzio (per ora) grave del Presidente



Il videomessaggio di Berlusconi non è giunto nuovo.
E il suo esito non è stato un sole giallo splendente,
secondo l’etereo Alfano, ma un sole rosso (suo malgrado) cadente.
Anzi, nella sua sostanza, il messaggio tanto atteso
era stato anticipato da una fedelissima, già dai cento percorsi,
molto interessata, la Santanchè.
Infatti, dalla poltrona di un dibattito in tv, nel generale stupore,
la Santanchè, quasi svelando una verità frutto di una sua personale intensa ricerca, 
aveva definito Magistratura Democratica
una “setta segreta. Parole testuali, non casuali, scaturite
dalle profonde analisi e studi e riflessioni degli incontri
tra dirigenti in Arcore.

Il videomessaggio di Berlusconi ne svela ora il perché:
in Italia –scandisce il nostro- opera una “magistratura
che vuole arrivare al socialismo per via giudiziaria”.
Oh porca miseria! E senza dire niente a nessuno?
In segreto, appunto. Nelle trame delle indagini
e nei bersagli delle sentenze. In continuità con la Rivoluzione d’Ottobre.

La notizia è grossa, sensazionale  e la dà in video,
da fine esperto di informazione/comunicazione,
il liberale ex premier. Che appare molto preoccupato.
Quasi terreo. Perché il pericolo di “arrivare al socialismo
è imminente. E per “via giudiziaria”, data l’assenza di socialisti
nel campo della lotta politica: neanche SEL è socialista!
Ma i giudici contro Berlusconi, sì, sono una setta segreta
di socialisti, perché se a giudicare fossero stati chiamati dei giudici liberali 
non l’avrebbero condannato. Sicuro.
E di colpo nei volti degli innumerevoli antisocialisti in pectore,
di ogni genere e formazione, di ogni età e condizione,
ammoniti da un fermo dito indice di un confidenziale “tu”,
è apparso il timore agghiacciante di perdere tutto,
insieme a un ardente desiderio di scendere, al seguito del Capo,
subito in campo a difendere la libertà minacciata,
mentre negli sconsolati occhi dei venticinque socialisti è apparsa
una gioiosa speranza di futuro, insieme a un tenero impegno
a continuare la lotta al riparo di Magistratura Democratica.

Ma nel videomessaggio non si coglie con chiarezza
se la “setta segreta”, per “arrivare al socialismo”, goda dell’appoggio 
di un vecchio socialcomunista Presidente
ora del Consiglio Superiore della Magistratura,
comunque chiamato in causa.

Forse i venticinque socialisti si aspettano ora dal compagno Presidente 
in qualche modo parole di incoraggiamento
nel proseguire il cammino verso il sol dell’avvenire, appunto
alla luce del sole senza più correre dietro ai disegni carbonari
della “setta segreta”. E giustamente, perché credono nello Stato
di diritto.

Ma se il Presidente resterà muto di fronte alla verità terribile
dell’ ”avanzamento del socialismo per via giudiziaria”, con tanta energia 
enunciata da un ex premier liberale, condannato per frode fiscale
dalle leggi del nostro libero e democratico Stato,
al mondo tra i più garantisti, e condannato a pagare
un risarcimento a un suo concorrente proprio per aver corrotto
un membro di quella sana magistratura non socialista,
se il Presidente resterà muto, apparirà complice di un attacco eversivo 
non solo contro la magistratura, ma contro lo stesso
Stato di diritto e le sue istituzioni, e per quei venticinque
socialisti sarà la fine di un sogno di rinascita.

O no?
Severo Laleo



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