martedì 22 novembre 2016

De Luca, il governatore, il premier Renzi e il PIL: quando il fine giustifica i mezzi

Quando in questo blog si scrive della assenza, 
nella "nuova" gestione del Governo, di un sistema 
di valori ideali (eppure, per definizione, la Politica 
dovrebbe guidare il processo di civilizzazione 
dell'umanità), e dell'assenza, quindi, di un orientamento 
etico, quando si scrive dell'assenza di "cultura del limite" 
e della possibile, quindi, esplosione di una latente violenza, 
si vuole essenzialmente  porre l'attenzione 
sulla degenerazione dell'agire politico 
(oltre il limite del lecito) nel tentare di ottenere 
un qualche vantaggio/risultato a qualsiasi costo, 
di raggiungere un qualche fine con qualsiasi mezzo. 
In una parola, l'assenza di cultura politica, 
con il suo fondo dialogico e mite e conviviale, 
genera la lotta per il Potere, agitando un grezzo 
e primitivo istinto machiavellico. 
Un esempio vivo? Ecco.
De Luca, il Governatore spiccio e facile all'insulto 
e tutto teso al risultato, "vecchio stampo", 
di una Campania comunque più avanti e civile, 
incita, con il suo parlare incivile, 300 sindaci 
a darsi da fare, con ogni mezzo, per portare 
quanti più voti possibili al SI nel referendum. 
Forse perché il referendum rende il Paese più moderno? 
No, perché Renzi è un "fiume di soldi". 
La chiarezza non difetta al De Luca. 
Renzi, il Premier veloce e facile a inventare "bonus" 
e tutto teso a vincere, "nuovo stampo", di un'Italia comunque più avanti e moderna, dichiara, 
senza imbarazzo, per non perdere voti freschi: 
Non condivido i metodi di Vincenzo De Luca, 
ma se tutto il Sud fosse stato amministrato 
come Salerno, avremmo un punto di Pil in più”. 
Anche il Premier ha il dono della chiarezza 
d'inganno degli slogan: forse, per un pugno di Pil, 
va bene tutto. Anche 100 De Luca nel Sud!

O no? 
Severo Laleo

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