Quando in questo blog si scrive della assenza,
nella "nuova" gestione del Governo, di un sistema
di valori ideali (eppure, per definizione, la Politica
dovrebbe guidare il processo di civilizzazione
dell'umanità), e dell'assenza, quindi, di un orientamento
etico, quando si scrive dell'assenza di "cultura del limite"
e della possibile, quindi, esplosione di una latente violenza,
si vuole essenzialmente porre l'attenzione
sulla degenerazione dell'agire politico
(oltre il limite del lecito) nel tentare di ottenere
un qualche vantaggio/risultato a qualsiasi costo,
di raggiungere un qualche fine con qualsiasi mezzo.
In una parola, l'assenza di cultura politica,
con il suo fondo dialogico e mite e conviviale,
genera la lotta per il Potere, agitando un grezzo
e primitivo istinto machiavellico.
Un esempio vivo? Ecco.
De Luca, il Governatore spiccio e facile all'insulto
e tutto teso al risultato, "vecchio stampo",
di una Campania comunque più avanti e civile,
incita, con il suo parlare incivile, 300 sindaci
a darsi da fare, con ogni mezzo, per portare
quanti più voti possibili al SI nel referendum.
Forse perché il referendum rende il Paese più moderno?
No, perché Renzi è un "fiume di soldi".
La chiarezza non difetta al De Luca.
Renzi, il Premier veloce e facile a inventare "bonus"
e tutto teso a vincere, "nuovo stampo", di un'Italia comunque più avanti e moderna, dichiara,
senza imbarazzo, per non perdere voti freschi:
“Non condivido i metodi di Vincenzo De Luca,
ma se tutto il Sud fosse stato amministrato
come Salerno, avremmo un punto di Pil in più”.
Anche il Premier ha il dono della chiarezza
d'inganno degli slogan: forse, per un pugno di Pil,
va bene tutto. Anche 100 De Luca nel Sud!
O no?
Severo Laleo
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