venerdì 11 novembre 2016

Il SI di Luigi Berlinguer, l'anniversario di Antonio Gramsci e l'invito di Pescara



Si sa perché l'ex ministro della (Pubblica) Istruzione Luigi Berlinguer
vota SI, ora, al prossimo referendum costituzionale. E' facile.
Vota SI, perché ha dimostrato, negli anni del suo governo della scuola,
di avere una visione della burocrazia centrale di Stato direttiva,
onnivora e pigliatutto (una volta anche abbonamenti a riviste si decidevano
al “centro”!), in contraddizione piena con il parallelo sviluppo di norme
per l’autonomia scolastica; e conseguentemente di avere una visione 
"amministrativa" della democrazia, secondo la quale è possibile 
guidare dal "centro", con obbligate procedure, tutte le attività 
(dagli scrutini alla scelta dei libri di testo!).
Per questo non si smentisce Luigi Berlinguer con il suo SI. Tra l’altro 
parecchi a sinistra hanno questa "coerenza": centralismo vs autonomia.

Nel 1997, l'allora ministro Berlinguer, con molta disinvoltura istituzionale,
firmò una Circolare per invitare le autorità scolastiche periferiche
a celebrare il 60° anniversario della morte di Antonio Gramsci
(povero Gramsci!). La circolare creò qualche sconcerto,
ma diede la misura di una visione: il ruvido dirigismo del Ministro
persino in un settore a libertà costituzionale garantita.
Per fortuna il mio buon Preside, con una comunicazione interna,
"liberò" ogni docente da una pur burocratica osservanza,
stroncando quell'invito dall'alto con queste parole (a memoria):
"non è mestier di Ministro indicare le personalità della storia da celebrare 
a scuola". Era il minimo sindacale in difesa dell'autonomia didattica.

Oggi è nei giornali la notizia dell'invito rivolto, tramite i dirigenti scolastici,
a studenti e docenti a partecipare a Pescara a un'iniziativa "culturale"
riempita dalla presenza del Premier, non direttamente dal Ministero,
ma da parte della sua periferica burocrazia scolastica,
al servizio, forse, per timore o per condizionamento o per servaggio,
del Potere Politico. Basta riprendere qualche passaggio dell'invito
(l’evento è il Festival delle Letterature di Pescara): "Spettabili dirigenti ....
ci farebbe piacere (ci farebbe piacere? che significa?)
che ne deste comunicazione ai vostri docenti e studenti, in modo da favorire
la loro massima partecipazione alla rassegna (perché mai? per quale
specifico –e imprevisto- obiettivo didattico?) ... Il Festival
sarà aperto, giovedì 10 novembre, presso il teatro Circus di Pescara,
dal Presidente del Consiglio Matteo Renzi, che sarà intervistato da Luca Sofri:
mai, in Abruzzo, un evento culturale è stato inaugurato alla presenza
di una così alta carica dello Stato.” (è scritto proprio così!).
La visione non cambia: centralismo vs autonomia. E con adulazione.

Se quindi è possibile oggi alla burocrazia scolastica una così plateale 
ingerenza, con un invito mirato e raccomandato, nella programmazione 
educativa di tutte le scuole di una città/provincia/regione, quanto sarà facile 
domani alla "nuova" burocrazia, alle dirette dipendenze di un più "forte
Potere Politico, entrare nel vivo del corpo scolastico a dettar norme 
e disposizioni di natura educativa? Soprattutto con la Buona Scuola 
e il suo controllo diretto
dei Dirigenti Scolastici? Quale visione avrà della autonomia scolastica
la "nuova" burocrazia, se già fin da ora è così attenta a "servire"?
La riforma della Costituzione è il compimento sia di una visione politica
di riduzione della democrazia, proprio attraverso una "nuova"
burocrazia politica dominante (l'attacco alla burocrazia di oggi, in parte giustificato,
è anche un attacco alla sua autonomia), sia di una svolta nelle relazioni
Stato/Autonomia Locale nella direzione di un centralismo diffidente
del dibattito democratico e impaziente di agire.
E così spetta alla "nuova" Politica di restaurare il "vecchio" centralismo.
Forse ogni idea di velocizzazione/semplificazione dei processi decisionali
reca sempre con sé una visione oscura di "dominio".
O no?

Severo Laleo

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