Per conoscere bene le persone, specie se impegnate nel
servizio di Pubblica
Amministrazione, il tempo, le parole e i
comportamenti sono molto utili.
Di Renzi, spesso in questo blog, per giungere a una migliore conoscenza
della sua persona, nelle sue vesti, certo, di candidato al Governo del Paese,
si è analizzato il linguaggio, e qualche altra volta, i
comportamenti
e le intenzioni di programma. In questa analisi, nel tempo, continuiamo.
Oggi Renzi, in Agorà, su Rai Tre, ha svelato (si fa per dire!) anche un altro suo lato,
sia di abile conoscitore/manovratore dei media italiani
(spesso, troppo spesso, senza nerbo, e attenti più all'urlo e meno
alla riflessione,
quasi specchio ideale della nostra screditata classe
politica),
sia di abile distributore di posti di Governo alle donne,
sia di abile narratore del suo più profondo sentimento, il
coraggio.
I comportamenti: il
coraggio.
Chiede Renzi, con forza, il riconoscimento di questo suo coraggio,
il coraggio, prima, di aver com/battuto, e vinto, a Firenze,
le strutture di potere del suo PD, senza inchini di
riverenza,
e il coraggio, ora, di attaccare, a viso aperto, senza
esclusioni di colpi,
e senza premi di consolazione, il quartier generale del suo PD.
D’accordo, ma qui il
coraggio non c’entra,
è semplicemente una normale dialettica/lotta politica, all'interno
di un partito,
tra i pochi, tra l'altro, a piena struttura democratica.
Il coraggio è un’altra cosa, è importante, e ha senso,
quando si rischia di persona.
Quali rischi corre il nostro Renzi lottando contro il suo
Partito, il PD?
L'arresto? Il carcere? L'esilio? No, solo il rischio di conquistare la ribalta
politica.
Non si ricordano di Renzi, se non erro, battaglie coraggiose per affermare diritti,
o impegni coraggiosi per correre in soccorso di persone in grandi difficoltà.
Le sue scelte di coraggio non paiono riguardare la difesa di persone e valori.
Solo per dare qualche esempio, è coraggio quello di don
Milani
per l’obiezione di coscienza, quello di Piero Gobetti in
difesa della democrazia,
contro il nascente Fascismo, quello di Martin Luther King a difesa dei pieni diritti
dei neri d’America, ma, dai, il coraggio di non schierarsi con D’Alema
o con Bersani
o con Letta è un coraggio ridicolo.
Lasci Renzi intatto il suo coraggio per
altre imprese.
Le parole: la rottamazione
La parola “rottamazione”, spiega Renzi, ottimo allievo, in questo, del professore
di Scienze delle Comunicazioni, Silvio Berlusconi, è servita,
strumentalmente,
a conquistare le prime pagine dei giornali, di tutti i
giornali, di quella stampa,
appunto, attenta agli urli, agli “sgarbi” quotidiani, e non
ai ragionamenti
della politica. Così, in un paese da tempo, troppo, berlusconizzato, ad alto tasso
di anticomunismo, reale e inventato, è stato facile attirare l’attenzione di tutti e
l’appoggio del centrodestra, anch'esso tanto strumentale quanto accattivante.
Ma in politica agire strumentalmente non è mai per una sola volta.
Lasci Renzi senza timore l’uso strumentale (e violento)
delle parole.
Le intenzioni di
programma: la “graziosa” concessione
Anche Renzi, segno dei tempi, almeno si spera, ha confermato di
essere
per un Governo di uomini e donne in numero pari. A sinistra,questa convinzione
è diffusa. Anche Vendola è pienamente d’accordo.Eppure il Governo
di uomini e donne in pari numero appare
ancora una “graziosa” concessione,
di un Premier maschio. Ma la democrazia di domani pretende regole,
non concessioni. E regole molto più incisive per una piena democrazia di genere.
Lasci Renzi il suo buon cuore e la sua generosità nel
privato.
Il tempo
In realtà, nell'oggi, ogni scelta, anche di programma, in Renzi (bravo giovane
adulto, simpatico, moderno, alla mano,
convinto di qualche sua idea,
meritevole sicuramente nella scelta di aver smosso/smuovere acque
stagnanti),
non sembra nascere dal “sacro” fuoco di scegliere una “parte”
per realizzare,
secondo le idee della “sua” parte, un percorso di civilizzazione
della società,
ma, semplicemente, sembra nascere, attingendo sempre al suo
messaggio
di “ambizione”, da una forte, pre/potente affermazione del
sé
(almeno per ora, perché con il trascorrere degli anni la maturità renderà
più attenti
agli altri e meno catturati dell’ego: il cambiamento è da
augurare,
sempre e di cuore, a tutti. anche Fini ora è un "altro").
Con il tempo le ambizioni, e i seguaci dell’ambizione, saranno
abbandonati.
In cuor suo, il Renzi anti Marchionne, il Renzi del Governo
uomini/donne,
il Renzi del ritorno alla Carta di Intenti e all’alleanza
con Vendola,
intuisce cos’è la democrazia, e ne tenterà l’inseguimento e, un
giorno, l’incontrerà,
dove solo, senza altri vincoli, la si può trovare: a
sinistra.
O no?
Severo Laleo