Ecco, a sostegno
di una “cultura del limite”, possibile
per atei e credenti,
qualche indicazione, autorevole, di Chiesa,
da parte del Card. Bagnasco.
Sono sue, del Cardinale Angelo Bagnasco, le
parole appresso
riportate e tratte dall’omelia per
la messa di Natale
celebrata nella
cattedrale di San Lorenzo, nel centro del capoluogo ligure.
Sono nostre solo le sottolineature.
Sono nostre solo le sottolineature.
Oggi «una
certa cultura cerca di superare i limiti,
siano essi fisici
o morali o psichici,
perché li si vede
come una “condanna”,
invece portano
con loro una grazia.
Potremmo dire che
c’è bisogno di una vera cultura del limite».
«I limiti umani ricordano che ciascuno ha bisogno degli altri
e che tutti hanno
bisogno di Dio.
Ci ricordano che
l’uomo si realizza solo nel dono di sé,
cioè quando vive
la relazione con gli altri e ne accetta i legami che,
nella famiglia,
con gli amici, nel lavoro, nella società,
non sono il
contrario della libertà, ma la sua condizione.
La società
odierna cammina sul sentiero dell’individualismo esasperato,
ma va verso il
baratro del disumano,
dove sopravvive chi è più forte e scaltro»
dove sopravvive chi è più forte e scaltro»
«La
contingenza dura che stiamo vivendo dev’essere vissuta come limite
che ci spinge a
mettere insieme le risorse di intelligenza e di cuore
per costruire con
fiducia un domani più sereno per tutti,
a incominciare
dai più deboli.
Questo è un Natale di prova,
e per questo dobbiamo ancora più allargare lo sguardo
e per questo dobbiamo ancora più allargare lo sguardo
e stringere i
legami dell’amore».
Per una volta, si
può essere d’accordo, a prescindere.
O no?
Severo Laleo
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