martedì 25 dicembre 2012

A Natale, con Bagnasco, per riscoprire il “limite”




Ecco, a sostegno di una “cultura del limite”, possibile per atei e credenti,
qualche indicazione, autorevole, di Chiesa, da parte del Card. Bagnasco.

Sono sue, del Cardinale Angelo Bagnasco, le parole appresso
riportate e  tratte dall’omelia per la messa di Natale
celebrata nella cattedrale di San Lorenzo, nel centro del capoluogo ligure.
Sono nostre solo le sottolineature.

Oggi «una certa cultura cerca di superare i limiti,
siano essi fisici o morali o psichici,
perché li si vede come una “condanna”,
invece portano con loro una grazia.
Potremmo dire che c’è bisogno di una vera cultura del limite».

«I limiti umani ricordano che ciascuno ha bisogno degli altri 
e che tutti hanno bisogno di Dio.
Ci ricordano che l’uomo si realizza solo nel dono di sé,
cioè quando vive la relazione con gli altri e ne accetta i legami che,
nella famiglia, con gli amici, nel lavoro, nella società,
non sono il contrario della libertà, ma la sua condizione.
La società odierna cammina sul sentiero dell’individualismo esasperato,
ma va verso il baratro del disumano, 
dove sopravvive chi è più forte e scaltro»

«La contingenza dura che stiamo vivendo dev’essere vissuta come limite
che ci spinge a mettere insieme le risorse di intelligenza e di cuore
per costruire con fiducia un domani più sereno per tutti,
a incominciare dai più deboli
Questo è un Natale di prova
e per questo dobbiamo ancora più allargare lo sguardo
e stringere i legami dell’amore».

Per una volta, si può essere d’accordo, a prescindere.
O no?
Severo Laleo


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