domenica 4 agosto 2013

Non cambiano mai, solo i nomi




A leggere le chiacchiere morte del gossip politico,
i Franceschini, i Menichini, i Donini, e i tanti Birichini, ora,
nel momento della più grave crisi politica della Repubblica,
dal 1948 a oggi, una crisi partorita dal compiacente servilismo, 
maledizione di una nazione, di un’intera classe dirigente di destra 
nei confronti del suoleader”, carismatico sì, ma per il suo danaro,
s’agitano alla ricerca di una strategia (si fa per dire!) per aprire
la strada a Renzi, cioè a un altro “leader”, carismatico sì,
ma per il suo piglio/appeal mediatico, e continuare, così,
a tenere la politica nelle mani di un solo uomo, potente
in attrazione elettorale, abile a trasformare le persone in carne
ed ossa, al di là di tutti i reali problemi di vita, in semplice
e passivo “consenso elettorale”.

In questo contesto Renzi, l’uomo politico, non la persona
(per la persona esiste sempre la possibilità di cambiamento;
anzi, per produrre il cambiamento negli altri è bene imparare
a cambiare sé stessi insieme agli altri, non fuori dagli altri),
è solo un ignaro epigono del berlusconismo, nella sua versione 
allegra e sorridente della “Ruota della Fortuna”.
Ma si può?

Anche Vendola, a leggere  ieri Maria Teresa Meli, ha con Renzi
ottimi rapporti”. E, oggi, aggiunge: “Mi sento vicino a Renzi”.
Embè?

Evidentemente questa classe politica, ovunque collocata,
ancora non ha capito che non di nuovi nomi di “leader
ha bisogno il Paese (eppure sono davanti agli occhi
di tutti i loro disastri!), ma di una viva democrazia di persone,
di una democrazia tra pari, di uomini e donne, pienamente partecipata, 
fondata su partiti a struttura democratica e trasparente, 
per vincolo di legge, magari a vocazione referendaria, 
a struttura dirigenziale possibilmente bicratica, cioè non più con la figura 
di un leader monocratico quasi sempre maschio (l’uomo
della provvidenza capace di vincere le elezioni, a prescindere, 
raccogliendo comunque voti, è  la nuova versione
del qualunquismo/populismo), ma con una coppia, un uomo
e una donna, a dirigere, in spirito di servizio.

Utopia? 
Mah!, sembra una necessità nel processo di civilizzazione di una società.
O no?

Severo Laleo

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