«Non c'è limite al
peggio.... »
Sono parole del segretario del Pd Pier Luigi Bersani a
commento della dichiarata
volontà di Berlusconi di tornare a «essere il capo dei moderati».
Sì, di ogni moderato/moderata par suo! Incredibile!
Anzi è strabiliante la sicurezza di questo nuovo, sempre
identico a sé stesso, SB
nei confronti della stupidità a corta memoria degli Italiani
(l'assenza di storia/memoria è la cifra della stupidità politica),
pronti, a suo dire,
a tornare all’ovile di
una qualunque nuova creatura politica,
purché abbia nel nome Italia e Libertà (l’Italia, perché indica
il campo del marketing,
la Libertà, perché descrive il “prodotto” del suo
interesse personale), e nelle liste
nuovi populisti, comunque si chiamino, Renzi
incluso, sia pure a sua insaputa.
«Dieci anni di berlusconismo ... -continua un sorpreso
Bersani - ci sono bastati …».
Questa volta Bersani ha ragione, anche se non riesce,
conseguentemente,
a “muoversi” per evitare al Paese una nuova stagione di licenza berlusconiana,
nell'esaltazione interessata del leader imbroglione, nei costumi, negli appalti,
nella protezione civile, nell’evasione fiscale, nell’arruolamento,
grazie a un avvilente danarismo, di nuovi “servi liberi” alla Ferrara,
nella pratica dolce, ad
ogni intemperanza, pubblico-privata, del Capo,
del “sopire, troncare …” del mediatore colto, mite, reverendo Letta, il Gianni.
E chissà, anche in una nuova stagione, di contatti con tutti,
buoni e cattivi,
senza esclusioni, come nel 1992/94, così da spegnere, definitivamente,
prima che possa
germogliare, ogni speranza di civile rinnovamento
del Governo Monti, diventato ormai “transitorio”, anzi, per destino dei deboli,
di tutti i deboli, “precario”.
«Non c'è limite al peggio...».
E’ chiaro a tutti, si sa, la destra populista, soprattutto
nella moderna
(si fa per dire!) versione del berlusconismo, non sopporta limiti al proprio raggio
di azione, ai propri interessi, alle proprie scorribande in campo istituzionale
e
costituzionale, ai propri desideri di casta, ai propri divertimenti tanto volgari
quanto esclusivi (anche
per un ciellino alla Formigoni).
Porre un limite tocca proprio a Bersani, perché ha il ruolo,
il compito e il dovere
(e, a mio sentire, la forza di etica intelligenza e il giusto
disprezzo,
sincero, nei confronti del leaderismo farabutto), di proporre un campo di “limiti”,
a livello di regole nuove, nel partito e nel governo del Paese,
per la costruzione nel paese di una democrazia moderna, di
persone libere,
civili, tutte/i alla pari.
Se Bersani ha interiorizzato la sua “cultura del limite”
potrà proporre di restituire
alle persone del nostro Paese, legalità d’azione, dignità di vita, giustizia sociale,
civiltà
di relazioni. Insieme ad altri, naturalmente.
E non possono essere nuovi populisti, anche se schierabili a
sinistra
(Grillo, Renzi, Di Pietro, Veltroni, persino Vendola), a guidare
il Paese
dopo l’utile sforzo dei professori, ma solo una persona seria, intelligente,
con i piedi per
terra, senza il sacro fuoco di un’ambizione accecante,
senza
superbia di professoressa, insomma una persona normale,
appunto il buon Bersani.
E non può toccare a chi non ha il senso del limite, a chi cura
solo il suo “orto”,
di soldi e di personale “libertà”, anche oltre ogni limite, decidere quando andare
a nuove
elezioni, magari dopo aver preparato qualche altro documento segreto
(segreto?) tipo “Rosa Tricolore”
della Volpe ... Pasini (un documento squallido,
indegno del termine "politico", ma per i giornali utile solo per "toccare" il povero
e ignaro Renzi, populista, non privo di meriti, sì, per difetto forse di comprensione
del significato profondo e moderno di democrazia, ma non mercenario in vendita!).
«Non c'è limite al
peggio.... »
Se Bersani l’ha capito, nei prossimi giorni, anche per
garantire trasparenza assoluta
nella faccenda della trattativa Stato/Mafia, conditio sine qua non si potrà mai dare
una democrazia
matura, se Bersani l’ha capito, come l’ha capito, nei prossimi
giorni, proporrà, innanzitutto al proprio partito di garantire, al suo
interno,
in/per ogni situazione, parità assoluta uomini/donne, parlerà poi con Renzi,
da uomo a uomo (dovrà pur crescere il Sindaco di Firenze, ha diritto a una nuova
educazione politica, la vecchia ormai ha esaurito la sua spinta propulsiva),
infine butterà giù un programma di governo, si confronterà con
gli altri partiti,
chiederà subito nuove elezioni, anche con questa legge elettorale
(ma con l’impegno, grazie al sicuro successo elettorale, a
cambiarla subito dopo),
andrà a presiedere il nuovo governo, con pari, a ogni livello, presenza tra uomini
e donne, con Monti Ministro degli Esteri, e
garantirà una nuova pace sociale
e una nuova democrazia per il lavoro, semplice, civile, per persone normali
e alla pari. Questo è il desiderio di quasi tutte/i le/i giovani. Ora, subito, o mai più.
O no?
Severo Laleo