mercoledì 27 giugno 2012

Promemoria, in umiltà, per la Ministra (purtroppo) Fornero



Ha dichiarato, in un'intervista a un giornale estero (in genere i Ministri 
italiani con la stampa estera –Berlusconi l'ha insegnato con l’editto bulgaro - 
si sentono più liberi), la nostra Ministra del Lavoro 
(in questo caso, si fa per dire!) Fornero:
Stiamo cercando di proteggere le persone e non i loro posti di lavoro.
Gli atteggiamenti delle persone devono cambiare. 
Il lavoro non è un diritto.
Deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio
A parte l’assurdità, almeno oggi, di un termine quale “sacrificio”,
fuoriposto in un discorso normativo intorno a persone, diritti, e lavoro,
e sicuramente prepolitico, anzi antico residuo di memoria
di qualche chierichetto birbante, incapace di “sacrificarsi”;
a parte, ancora, la superbia, antipatica, di voler “cambiare”,
senza chiedere consenso, obbligatorio per persone adulte e libere e civili,
quali, comunque, sono italiane e italiani, i loro “atteggiamenti”,
umilmente, da persona di scuola, vorrei ricordare, alla professoressa,
al di là dell'art. 4 "La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro 
e promuove le condizioni che rendano effettivo questo dirittodella nostra
"italiana" Costituzione, questi altri articoli della Dichiarazione Universale 
dei Diritti Umani, universalmente validi, oltre i confini della nostra penisola, anche negli USA e per il WSJ:
Articolo 22
Ogni individuo in quanto membro della società, ha diritto alla sicurezza sociale 
nonché alla realizzazione, attraverso lo sforzo nazionale e la cooperazione internazionale 
ed in rapporto con l'organizzazione e le risorse di ogni Stato, dei diritti economici, sociali 
e culturali indispensabili alla sua dignità ed al libero sviluppo della sua personalità.
Articolo 23
1. Ogni individuo ha diritto al lavoro, alla libera scelta dell'impiego, a giuste 
e soddisfacenti condizioni di lavoro ed alla protezione contro la disoccupazione.
2. Ogni individuo, senza discriminazione, ha diritto ad eguale retribuzione per eguale lavoro.
3. Ogni individuo che lavora ha diritto ad una remunerazione equa e soddisfacente 
che assicuri a lui stesso e alla sua famiglia un'esistenza conforme alla dignità umana 
ed integrata, se necessario, ad altri mezzi di protezione sociale.
4. Ogni individuo ha il diritto di fondare dei sindacati e di aderirvi per la difesa dei propri interessi.

Più umiltà, più dubbi, meno sicumera, prof., per la prossima volta.
Almeno provare a ricordarsene, della Dichiarazione del 1948.
O no?
Severo Laleo
P.S. Le precisazioni, benvenute, non modificano l'antipatica superbia.
Eppure, al suo esordio, a noi, la Ministra era sembrata umana!



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