sabato 23 giugno 2012

Finalmente Bersani incontra la “cultura del limite” e decide per il Paese



 «Non c'è limite al peggio.... »
Sono parole del segretario del Pd Pier Luigi Bersani a commento della dichiarata 
volontà di Berlusconi di tornare a «essere il capo dei moderati».
Sì, di  ogni moderato/moderata  par suo! Incredibile!
Anzi è strabiliante la sicurezza di questo nuovo, sempre identico a sé stesso, SB
nei confronti della stupidità a corta memoria degli Italiani 
(l'assenza di storia/memoria è la cifra della stupidità politica), pronti, a suo dire,
a tornare all’ovile di una qualunque nuova creatura politica,
purché abbia nel nome Italia e Libertà (l’Italia, perché indica il campo del marketing,
la Libertà, perché descrive il “prodotto”  del  suo interesse personale), e nelle liste
nuovi populisti, comunque si chiamino, Renzi incluso, sia pure a sua insaputa.
«Dieci anni di berlusconismo ... -continua un sorpreso Bersani - ci sono bastati …».

Questa volta Bersani ha ragione, anche se non riesce, conseguentemente, 
a “muoversi” per evitare al Paese una nuova stagione di licenza berlusconiana,
nell'esaltazione interessata del leader imbroglione, nei costumi, negli appalti,
nella protezione civile, nell’evasione fiscale, nell’arruolamento, 
grazie a un avvilente danarismo, di nuovi “servi liberi” alla Ferrara, 
nella pratica dolce, ad ogni intemperanza, pubblico-privata, del Capo,  
del “sopire, troncare …” del mediatore colto, mite, reverendo Letta, il Gianni.
E chissà, anche in una nuova stagione, di contatti con tutti, buoni e cattivi, 
senza esclusioni, come nel  1992/94, così da spegnere, definitivamente, 
prima che possa germogliare, ogni speranza di civile rinnovamento 
del Governo Monti, diventato ormai “transitorio”, anzi, per destino dei deboli, 
di tutti i deboli, “precario”.

«Non c'è limite al peggio...».
E’ chiaro a tutti, si sa, la destra populista, soprattutto nella moderna 
(si fa per dire!) versione del berlusconismo, non sopporta limiti al proprio raggio 
di azione, ai propri  interessi, alle proprie scorribande in campo istituzionale 
e costituzionale, ai propri desideri di casta, ai propri divertimenti tanto volgari 
quanto esclusivi (anche per un ciellino alla Formigoni).

Porre un limite tocca proprio a Bersani, perché ha il ruolo, il compito e il dovere
(e, a mio sentire, la forza di etica intelligenza e il giusto disprezzo, 
sincero, nei confronti del leaderismo farabutto), di proporre un campo di “limiti”, 
a livello di regole nuove,  nel partito e nel governo del Paese,
per la costruzione nel paese di una democrazia moderna, di persone libere, 
civili, tutte/i alla pari.
Se Bersani ha interiorizzato la sua “cultura del limite” potrà proporre di restituire 
alle persone del nostro Paese, legalità d’azione, dignità di vita, giustizia sociale, 
civiltà di relazioni. Insieme ad altri, naturalmente.

E non possono essere nuovi populisti, anche se schierabili a sinistra
(Grillo, Renzi, Di Pietro, Veltroni, persino Vendola), a guidare il Paese 
dopo l’utile sforzo dei professori, ma solo una persona seria, intelligente, 
con i piedi per terra, senza il sacro fuoco di un’ambizione accecante, 
senza superbia di professoressa, insomma una persona normale, 
appunto il buon Bersani.
E non può toccare a chi non ha il senso del limite, a chi cura solo il suo “orto”, 
di soldi e di personale “libertà”, anche oltre ogni limite, decidere quando andare 
a nuove elezioni, magari dopo aver preparato qualche altro documento segreto
(segreto?) tipo “Rosa Tricolore” della Volpe ... Pasini (un documento squallido,
indegno del termine "politico", ma per i giornali utile solo per "toccare" il povero
e ignaro Renzi, populista, non privo di meriti, sì, per difetto forse di comprensione 
del significato profondo e moderno di democrazia, ma non mercenario in vendita!).

«Non c'è limite al peggio.... »
Se Bersani l’ha capito, nei prossimi giorni, anche per garantire trasparenza assoluta 
nella faccenda della trattativa Stato/Mafia, conditio sine qua non si potrà mai dare 
una democrazia matura, se Bersani l’ha capito, come l’ha capito, nei prossimi 
giorni, proporrà, innanzitutto al proprio partito di garantire, al suo interno, 
in/per ogni situazione, parità assoluta uomini/donne, parlerà poi con Renzi, 
da uomo a uomo (dovrà pur crescere il Sindaco di Firenze, ha diritto a una nuova 
educazione politica, la vecchia ormai ha esaurito la sua spinta propulsiva), 
infine butterà giù un programma di governo, si confronterà con gli altri partiti, 
chiederà subito nuove elezioni, anche con questa legge elettorale 
(ma con l’impegno, grazie al sicuro successo elettorale, a cambiarla subito dopo), 
andrà a presiedere il nuovo governo, con pari, a ogni livello, presenza tra uomini 
e donne, con Monti Ministro degli Esteri, e garantirà una nuova pace sociale 
e una nuova democrazia per il lavoro, semplice, civile, per persone normali 
e alla pari. Questo è il desiderio di quasi tutte/i  le/i giovani. Ora, subito, o mai più.

O no?
Severo Laleo




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