mercoledì 29 febbraio 2012

2. La vita ha bisogno di “protesi”.


Continuo a leggere da “Il Post”:
Dopo l'articolo sull'"aborto post-natale" il direttore
della rivista scientifica Journal of  Medical Ethics risponde
alle violente proteste e minacce contro i due autori italiani”.
E scrive: “Quello che è sgradevole non sono le opinioni
di questo articolo, né la sua pubblicazione in un giornale di etica.
Sono le ostili, violente e minacciose risposte che ha ricevuto.
Più che mai, la discussione accademica e la libertà sono minacciate
da fanatici che si oppongono ai valori di una società liberale
Quello che la risposta a questo articolo rivela, attraverso le lenti del web,
è il profondo disordine del mondo moderno.
Non che qualcuno abbia opinioni a favore dell’infanticidio,
ma il profondo contrasto che oggi esiste tra i valori liberali
e l’opposizione fanatica a ogni tipo di discussione razionale”.

Escludendo il fanatismo (non è affare umano),
il problema è, e il tempo è ora, di inglobare, sì, i valori liberali,
solo attraverso i quali la “persona” raggiunge la sua “maturità civile”,
ma soprattutto di immaginare/esprimere i nuovi valori “comunitari”,
per aggiungere alla “maturità” delle “persone” la “maturità” della “società”.
Il bene della madre e della famiglia è importante
quanto il bene della “convivialità”: star bene insieme,
tutti, autonomi e “protesizzati”, nell'accoglienza, senza eliminazioni.
Basta attrezzarsi in civiltà.
Quel profondo disordine del mondo moderno, per un caso,
suggerisce alla mia memoria di studente la risposta di E. Mounier
al  disordine stabilito con il personalismo comunitario.
Per estendere i diritti oltre i valori liberali, la strada è già aperta.
Basta avere il coraggio 1. di estendere, sul piano teorico,
la piattaforma della Dichiarazione Universale dei Diritti Umani;
2. di rendere praticabile, in tutto il mondo, ricco e misero,
il complesso dei diritti ora in vigore.
O no?
Severo Laleo

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