Qualcosa non convince nel discorso del Presidente Napolitano a proposito
di “regressione”.
Perché, se anche pare un discorso corretto nella forma,
nondimeno diventa del
tutto astratto nella realtà di quest’ultimo ventennio.
Il problema, immagino, non
è tanto il fatto che “in Italia si sia diffusa"
(eppure bisognerebbe interrogarsi sul perché di tanta diffusione, in un paese
che ha escogitato/rispettato le convergenze parallele e il compromesso storico)
"una sorta di orrore
per ogni ipotesi di intese, alleanze, mediazioni,
convergenze tra forze
politiche diverse”, quanto la preoccupazione,
seria e motivata, anzi vissuta, che “ogni ipotesi di intese, alleanze,
mediazioni,
convergenze tra forze politiche diverse” possa portare all’orrore
di una riduzione delle garanzie costituzionali.
Ha forse dimenticato il Presidente
quante volte il Pdl di Berlusconi
abbia tentato –per fortuna esiste una Corte
Costituzionale- di ridurre la
Costituzione ai suoi interessi personali?
Ha già dimenticato il Presidente Napolitano, forse, quanto sia
difficile un’intesa,
nella cornice del rispetto della Costituzione, con il padrone del Pdl?
Perché, anche un difensore strenuo del dialogo, convinto della ricerca
di ogni possibile intesa, deve essere costretto a firmare un'alleanza,
se non è d'accordo? Dov'è l'orrore?
Forse l’orrore di per sé per “ogni ipotesi di intese, alleanze,
mediazioni,
convergenze tra forze politiche diverse” non è per forza il
“segno
di una regressione” del nostro Paese nell’agire
politico, al contrario,
potrebbe anche essere il segno di una maturità politica
forte, in grado
di realizzare una più ampia estensione della democrazia,
attraverso trasparenza
e partecipazione diretta, oltre le mediazioni non solari
delle stanze del potere.
Oggi Napolitano, pur nella sua nobiltà di azione, difende, giusto per ricordare
la denuncia ante litteram
di Pasolini, il Palazzo, e gli accordi al suo interno,
comunque vada e chiunque
siano i contraenti, mentre tutt’intorno è l'ora di aprire
il Palazzo ai bisogni
di giustizia e di trasparenza delle persone. Altrimenti,
è solo grazie ai franchi
tiratori di Palazzo (e tra questi vecchi e nuovi statisti:
Renzi, D'Alema?) che è
chiamato a difendere, guarda caso, proprio il Palazzo.
Per coazione a ripetere.
O no?
Severo Laleo
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