lunedì 22 aprile 2013

Step by step, difficile Signor Grillo




Difficile Signor Grillo,
si sa, parlare con Lei è difficile. Chiunque si azzardi a parlare con Lei, rischia 
sempre di trovarsi in ameni posti sorridenti, grazie alla Sua incontrollabile vena 
di creativa affabilità a simpatia travolgentemente affabulante. Ma voglio correre 
il rischio. Anche perché sono solo un cittadino (meglio, una persona). E non ho
nulla da perdere. Che vuole che sia!
Ebbene, misuriamo, insieme, a oggi, i risultati della Sua strategia politica, 
del vincitore, cioè, indiscusso delle elezioni.
E prendo a riferimento l’obiettivo Suo massimo: “tutti a casa”.
Va bene. Ma quali sono i Suoi passi, step by step?
Per ora la Sua (non credo del M5S all’unanimità) strategia
ha conseguito 1. l’obiettivo, in combutta, per forza di fatti,
con quei  nuovi parlamentari già schiavi, piccoli inciuciarini in erba, 
delle mosse di Renzi, l’ambizioso senza limiti, attaccante sempre
in “fuori gioco”, e di D’Alema, lo statista senza Stato, da sempre 
battitore libero”, di mandare a casa il mite e dialogante Bersani, 
colpevole di aver creduto nella spinta, Sua e dei Suoi, al cambiamento 
(Folli, il giornalista, accusa la parola “cambiamento” di genericità: eppure, 
insieme a Bersani, avrebbe potuto spiegare a quel Folli, con nuove leggi, 
quanto non sia generica la Sua parola “cambiamento”!); 
2. e di non avere al colle l’indipendente Rodotà.
Un inizio di fallimento, in assenza di step.
Per mandare “tutti a casa” (si fa per dire, eh!), meglio, per cambiare davvero,
è necessario definire bene, step by step, gli obiettivi, usando con gran studio 
tempo e pazienza (una virtù anche cristiana degna di approfondimento). 
Ecco, in sordina, i primi due: 1. dare la fiducia a un governo disponibile 
a rendere meno precaria e più dignitosa la vita dei giovani in difficoltà con il lavoro 
(quindi, un governo insieme al mite e leale Bersani, soprattutto con Lei 
(altri nel Pd non ne vedo); 
2. dare la fiducia a un governo disponibile a mandare a casa, in qualche modo, 
anche semplicemente strappando loro la possibilità di incidere negativamente
nell’azione legislativa, prima e subito, Razzi e Scilipoti e tutti gli altri parlamentari 
già noti per l’acume servile di aver votato per “Ruby nipote di Mubarack” 
(quindi un governo insieme al sincero Zanda, disponibile a scrivere e approvare 
una legge per l’ineleggibilità del Capo di Razzi e Scilipoti e di tutti i “mubarackiani” 
(e mandare a casa significa, in verità,  anche evitare che i mubarackiani, 
e il gran Capo di riferimento, possano incidere nella conduzione del governo ; 
3. preparare, in questo modo, la Presidenza della Repubblica, presto, 
all’ottimo Stefano Rodotà, impedendo all’ottimo Presidente Napolitano,  
il richiamo del passato migliore, di stabilizzare la politica sbagliata 
e conseguente dell’anomalia italiana.
Difficile Signor Grillo, alla fin fine, La prego, faccia con Bersani, 
per questo nostro povero Paese di troppi italiani con “ben animo
di schiavi” (Gobetti) e sempre acclamanti un Salvatore, una cosa nuova e difficile, 
magari seguendo Rodariliberare gli schiavi che si credono liberi.

O  no?
Severo Laleo

Nessun commento:

Posta un commento