Strano Paese l’Italia, quando si parla di Merito!
Tutti invocano il Merito, ma pochi sanno proporre riforme
perché il merito sia visibile e valutabile, e produca risultati e utilità
per il singolo e per il paese tutto. Anzi, spesso, a esaltare il Merito
sono proprio i tanti miracolati sulla strada del successo senza merito.
E, a sentire i detrattori dell'ideologia, il Merito sarebbe di destra
insieme alla severità, e il disinteresse per il Merito, l’egalitarismo,
sarebbe di sinistra, insieme al lassismo. Ideologia, appunto.
E assenza di un’idea di democrazia reale, trasparente, partecipata.
Infine, tutta la discussione sul Merito è esclusivamente concentrata
sulla scuola e, quindi, su persone, per la massima parte, minorenni.
Forse perché i maggiorenni, specie se frequentano buone “famiglie”,
conoscono altre strade per raggiungere il Merito!
Ma veniamo ai difensori del Merito e ai dati su promossi e bocciati,
nell’era asessantottina. Chi invoca oggi il Merito?
E’, innanzitutto, la Gelmini, miracolata ministra sulla strada
dei tunnel da Catanzaro al Popolo della Libertà,
è la Minetti, promossa, con viatico per la Regione,
sul camparcore di battaglia,
è Bossi, longevo inventore, a vantaggio del trotismo,
di bufale padane, con o senza quote latte,
è Gianni Letta, degno e garbato al suo posto per vincoli d’amicizia
ai limiti della complicità,
è Balducci, l’alto funzionario,e Gentiluomo del Papa,
degno di grande fiducia anche per la Cricca,
è l’imprenditore liberale Berlusconi, aperto, intelligente, abile,
e attento monopolista,
è Canton, il più fresco premiato per Merito,
con l’unanimità dei consensi,silenziosi, in segno di riguardo
per il suo efficace mutismo in Congresso,
è…l’elenco è aperto e lungo, molto lungo, e si chiude con la piena,
limpida, integerrima Responsabilità di Scilipoti.
Eppure, tra tanti e così illustri nomi esemplari per Merito,
nella destra c’è sconforto, perché la “severità” e il Merito,
fondamenti del programma liberale del Popolo della Libertà
e della Lega, non hanno sfondato a scuola,
nei confronti dei minorenni in crescita e in formazione.
Così, dopo i vani tentativi di nascondere i dati, l’esemplare Gelmini,
intristita, è costretta a comunicare, pare ancora non completi, i dati:
“il numero dei bocciati nelle scuole superiori diminuisce sensibilmente,
passando dal 15% del 2010 al 13,2 di quest'anno; i non ammessi alla maturità
sono invece il 5,3 % contro il 5,9 del 2010”.
Povera Gelmini, per onore alla sua idea di Merito, non riesce neppure
a riconoscere il suo unico, significativo merito del suo impegno
ministeriale: la riduzione dei bocciati a scuola, in linea con la riflessione
socio-pedagogica più avanzata in Europa e la raccomandazione OCSE.
Ed è triste la Gelmini, perché non sa/vuole ammettere che una scuola
che sa "promuovere" la cultura delle persone, senza “bocciare”,
è una scuola che ha merito. La scuola, l’istituzione fondamentale
per la crescita in civiltà di un Paese, acquista merito
solo se sa “promuovere”. E "promuovere", si badi, non è il porre
un timbro burocratico al passaggio
da una classe all'altra di una persona nell'età dell'apprendimento;
non è scrivere "promosso" in pagella: è dare, con serietà di servizio,
a ogni persona in età di apprendimento, attraverso il più ampio impiego
di persone e risorse, il massimo possibile in termini di cultura
e intelligenza di vita, secondo le capacità di ciascuno/a.
A tutte/i, nessuna/o esclusa/o. Proprio nessuna/o.
Perché la "promozione" non è solo un premio per il singolo,
ma un premio per la società tutta.
La scuola merita se "promuove";
se boccia/esclude/nonpromuove non merita.
O no?
Severo Laleo