martedì 18 ottobre 2011

In piazza i liberi precari ribelli, in Parlamento gli imbelli e muti “precari” di Berlusconi



Caro Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano,
fino a quando potrà assistere, 
dal Colle fermo della  legalità costituzionale,  
doverosa, silente e da tutti apprezzata,
alla rovina etico-politica e sociale del Suo e Nostro Paese?
Fino a quando resisterà, con grande sofferenza  – ormai  è chiaro a tutti -,
al dovere, pur costituzionale, di valersi della sua prerogativa,
incondizionata, di sciogliere le Camere?
Immagino abbia già fissato il limite della sua sofferenza/sopportazione; 
la Sua costituzionale, e di natura democratica,  attenzione
ha sommato ormai fin qui le ragioni di un atto di scioglimento
ed è in attesa di un ultimo tassello per agire senza più remore.
Oltre quel  limite, a Lei chiarissimo di tollerabilità, è certo,
saprà responsabilmente intervenire,
per evitare  l’oltraggio definitivo alla democrazia.
Personalmente attendo con fiducia: solo da Lei oggi,
e questo è già segno di degrado irrimediabile, 
posso attendermi, senza altri fini, il rispetto della legalità costituzionale.
Intanto, al di là di tutte le ragioni trattate da fini costituzionalisti 
per  “giustificare” la scelta responsabile di scioglimento delle Camere,
vorrei sottolineare, già ora, le mie due sole ragioni 
per definire inaffidabile, e quindi da sciogliere,  questo Parlamento ,
proprio sul piano della formazione di un  libero convincimento
da parte dei rappresentanti del Popolo Sovrano.
La prima: 315 (dis)onorevoli, nominati, senza fiatare e senza pudore,
offendendo l’intelligenza del Popolo Sovrano nella sua totalità,
hanno ritenuto proponibile e tollerabile,
per difendere il Presidente del Consiglio da guai giudiziari,
e sé stessi dalla precarietà della poltrona, sostenere,
in  P A R L A M E N T O,  la tesi  fandonia della "nipote di Mubarack",
rinunciando all’esercizio, intollerabile in democrazia, 
del proprio libero convincimento:
una vergogna indelebile nella storia parlamentare.
La seconda: in occasione dell’ultimo voto di fiducia, l’argomento chiave
per convincere i deputati a votare il “sì” alla fiducia
è stata la seguente testuale affermazione di Berlusconi:
"Senza di me nessuno di voi ha un futuro",
a conferma della precarietà dipendente dei nominati  (dis)onorevoli.
Caro Presidente, è anche nelle Sue mani, dopo Roma, la possibilità
di  aprire la strada della stabilizzazione per i liberi precari ribelli di piazza,
e del licenziamento per gli imbelli e muti disonorevoli precari di palazzo.
O no?
Severo Laleo

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