domenica 9 ottobre 2011

Basta con il maschilismo. E il suo monocratismo


E’ proprio vero,  i maschi, sì, i maschi al potere oggi,  
e non solo i Berlusconi e i Bossi, ma anche, di questi,  
i tanti  fedelissimi  prebendati, o in attesa di prebende,  amici,
sia se gentiluomini  “moderati” alla Gianni Letta, 
sia se mediatori  “d’affari”  alla Lavitola, 
sia se imprenditori “creativi” alla Tarantini, 
sia se “servi liberi” alla Giuliano Ferrara,
vecchi e giovani, più o meno rimbecilliti, 
sono sempre  pericolosi, soli  e/o  in compagnia.
E sì, perché sono (stati)  questi maschi,  ora con il celodurismo, 
ora con il forzagnocchismo, a portare  il maschilismo al potere,  
con la sua greve costante:  il monocratismo.
E  il monocratismo, il dominio, cioè, di uno solo, senza discussione,
e tutti ubbidienti, è l’esito obbligato, conseguente, di tanto maschilismo.
“Che città è la città che appartiene a un uomo solo”, s’interroga Emone. 
E noi?
Basta, quindi, con il maschilismo. E il  monocratismo, suo esito.
Se si vuole  aprire un cammino per chiudere con il maschilismo 
e il monocratismo, a prescindere dal “genere”  al comando, 
è necessario introdurre aria nuova,
a partire dalle organizzazioni di partito,
e superare l’idea di avere un capo unico.
Basterebbe istituzionalizzare, ad ogni livello di responsabilità,
una dirigenza di coppia, un uomo e una donna. Insieme.
Così, il  bicratismo dei generi potrebbe  aprire  nuovi  orizzonti 
a una nuova paritaria democrazia delle persone
O no?
Severo Laleo

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