A
conclusione di un suo illuminante (in pessimismo) articolo,
circa il
pericolo di affidarsi a novelli Guidatori per salvare la Patria,
dal titolo, appunto,
“Quando
arrivano i Guidatori”, scrive, oggi,
Barbara Spinelli su “La Repubblica”:
“Quanto ai Re Negligenti, ai politici di
vecchio tipo, una sola frase di Bersani
(19 dicembre) dice tutto, o quasi: <<Tra prendere alle elezioni il 51% o
il 49%,
io preferisco il 49%. Non voglio avere la
"tentazione"
di fare tutto da solo>>. Un suicidio in piena regola, una fervida preghiera
rivolta a noi elettori: di grazia non dateci troppi voti, perché vasta sarebbe
la tentazione di governare con proprie forze, proprie idee”.
E’ difficile,
questa volta, sul punto, essere d’accordo con Barbara
Spinelli, e
proprio alla luce delle sue serie preoccupazioni
per le
condizioni e la storia della nostra democrazia.
In verità, la
frase di Bersani, almeno si spera, esprime, a suo modo,
le sue stesse
preoccupazioni per l’apparire ancora di nuovi Guidatori.
La “tentazione
di far tutto da solo” è stata finora la cifra politica
dominante di
questi vent'anni di berlusconismo; una tentazione
ancora
dominante, pur con tutti i doverosi ed essenziali distinguo,
rispetto a
quell'indecoroso passato, nel montiano proclama,
apoditticamente oltre la
destra e la sinistra, ma sintetizzabile,
durante una
discussione al bar, pressappoco, con parole
di questo tipo:
“lasciate fare tutto a me, non fate domande,
ho scritto già tutto iun Agenda, sono io il
Guidatore bravo,
anzi appoggiatemi tutti, e salvò l’Italia”. E Casini già conferma,
sempre con
parole da bar, “se Bersani si ferma sotto il 50%,
il prossimo premier dovrà essere il Guidatore Mario Monti”.
E non si discute.
Ora, se Bersani prende le distanze da questo
tipo di “tentazione”,
non è per
rinuncia, di principio, a “governare con
proprie forze, proprie idee”
-è
abbastanza evidente-, ma è per conoscenza profonda, e mite,
e
soprattutto senza professorali proclami, del gioco democratico.
Bersani è tra quanti, nella pratica della democrazia,
Bersani è tra quanti, nella pratica della democrazia,
“parola
-scrive Spinelli- che più stenta a sopravvivere”
nel discorso
pubblico del momento, individuano due fondamentali
aspetti: 1. il senso del limite (la politica senza la comprensione
dei problemi
della vita reale delle
persone è un imbroglio pregno d’avarizia);
2. il confronto con gli altri (l’essenza della democrazia è
il paziente, a volte estenuante, fino al convincimento comune, dialogo con gli
altri).
Forse Bersani sa,
con Spinelli, che per salvare l’Italia
non c’è bisogno
di Guidatori, e sa anche che per cercare di spiegarlo
anche agli altri,
pur professori, e non solo, rischia di essere frainteso e da più parti bersagliato.
O no?
Severo Laleo
Severo Laleo