mercoledì 2 gennaio 2013

Bersani, il Professor Monti e i Guidatori




A conclusione di un suo illuminante (in pessimismo) articolo,  
circa il pericolo di affidarsi a novelli Guidatori per salvare la Patria,
dal titolo, appunto, “Quando arrivano i Guidatori”, scrive, oggi,
Barbara Spinelli su “La Repubblica”:

Quanto ai Re Negligenti, ai politici di vecchio tipo, una sola frase di Bersani
(19 dicembre) dice tutto, o quasi: <<Tra prendere alle elezioni il 51% o il 49%,
 io preferisco il 49%. Non voglio avere la "tentazione" 
di fare tutto da solo>>. Un suicidio in piena regola, una fervida preghiera
rivolta a noi elettori: di grazia non dateci troppi voti, perché vasta sarebbe 
la tentazione di governare con proprie forze, proprie idee”.

E’ difficile, questa volta, sul punto, essere d’accordo con Barbara
Spinelli, e proprio alla luce delle sue serie preoccupazioni
per le condizioni e la storia della  nostra democrazia.
In verità, la frase di Bersani, almeno si spera, esprime, a suo modo,
le sue stesse preoccupazioni per l’apparire ancora di nuovi Guidatori.

La “tentazione di far tutto da solo” è stata finora la cifra politica
dominante di questi vent'anni di berlusconismo; una tentazione
ancora dominante, pur con tutti i doverosi ed essenziali distinguo,
rispetto a quell'indecoroso passato, nel montiano proclama,
apoditticamente oltre la destra e la sinistra, ma sintetizzabile,
durante una discussione al bar, pressappoco, con parole
di questo tipo: “lasciate fare tutto a me, non fate domande,
ho scritto già tutto iun Agenda, sono io il Guidatore bravo,
anzi appoggiatemi tutti, e salvò l’Italia”. E Casini già conferma,
sempre con parole da bar, “se Bersani si ferma sotto il 50%,
il prossimo premier dovrà essere il Guidatore Mario Monti”.
E non si discute. 
Ora, se Bersani prende le distanze da questo tipo di “tentazione”,
non è per rinuncia, di principio, a “governare con proprie forze, proprie idee
-è abbastanza evidente-, ma è per conoscenza profonda, e mite,
e soprattutto senza professorali proclami, del gioco democratico.
Bersani è tra quanti, nella pratica della democrazia,
parola -scrive Spinelli- che più stenta a sopravvivere
nel discorso pubblico del momento, individuano due fondamentali
aspetti: 1. il senso del limite (la politica senza la comprensione dei problemi
della  vita reale delle persone è un imbroglio pregno d’avarizia);
2. il confronto con gli altri (l’essenza della democrazia è il paziente, a volte estenuante, fino al convincimento comune, dialogo con gli altri).
Forse Bersani sa, con Spinelli, che per salvare l’Italia non c’è bisogno
di Guidatori, e sa anche che per cercare di spiegarlo anche agli altri, 
pur professori, e non solo, rischia di essere frainteso e da più parti bersagliato.
O no?
Severo Laleo

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