L’idea
e l’azione politica della Ministra Kyenge
è anomala, è fuori norma, direi
dirompente, naturalmente per un Paese come il
nostro, così abituato a ragionar
di “numeri
certi”, anche se certi numeri
sono obbrobriosi, non per altro
per decisione elettorale. E per questo la Ministra spiazza
tutti, e può aprire nuove
strade, anzi potrebbe restituire a Napolitano la certezza di numeri altri,
oltre le larghe intese, apparse sì d’obbligo, ma a lungo e di segreto manovrate.
Ebbene,
la Ministra Kyenge, semplice e
determinata, sicura dell’universalità
dei suoi valori di civiltà, segue la sua
strada e dichiara
il suo impegno,
“esecutivo”, al di là
degli equilibri della
compagine governativa, preoccupazione,
pare, tutta maschile, per
l’abrogazione del reato di clandestinità
e per l’introduzione del
diritto di
cittadinanza per i bambini nati in Italia
da genitori stranieri (e su questo, per fortuna, l’accordo con il Presidente
della Repubblica Napolitano, che definì “follia”
la negazione di tale diritto,
non può non essere pieno, anche a prova di
distruzione delle larghe intese).
E sì, perché il Pdl, di fronte alla naturale determinazione della Ministra Kyenge,
ha già aperto un fuoco di sbarramento totale, per non dire
dell’assoluta
indisponibilità della Lega
di Salvini nei confronti di una
norma di ius soli.
E l’argomento del Pdl, a prescindere dal merito e dalla ormai imprescindibile
accoglibilità, per un Paese civile, della norma di ius soli, è solo di
tenuta
del governo (e delle sue possibilità di raggiungere ben berlusconiani
scopi),
un argomento antico, da vecchi partiti, da difesa del controllo del gioco
politico
da parte di gruppi e partiti senza più sostegno
popolare, un gioco nel quale
la classe dirigente, soprattutto del Pd, spezza ogni legame di fiducia
con
il suo elettorato.
A bloccare la Ministra è sceso in campo (si
fa per dire!) addirittura
il capogruppo Pdl al Senato, Schifani, con questo appello, da stratega
larghintesista, ad
evitare: “proclami solitari, senza che gli argomenti siano
discussi e concordati
in un ambito collegiale”. E, dopo aver scoperto, lui,
già corifeo di coscritti
’allineati e coperti’, una collegialità del tutto sconosciuta
in
ambito Pdl, aggiunge: “Ci auguriamo che si cambi rapidamente
registro
e ci si renda conto che il governo attuale è fatto di larghe intese
e
dunque di scelte comuni”.
E corre a dar man forte anche la senatrice Pdl Anna Maria Bernini,
più pratica, minacciosa ed esplicita: “Le opinioni politiche di Cecile Kyenge
su cittadinanza e reato
di immigrazione clandestina sono perfettamente
legittime se espresse a titolo
personale, ma fuori luogo se pronunciate
nelle vesti di
ministro della Repubblica in un governo di coalizione che vive
anche grazie al sostegno
del Pdl, e ai suoi voti sui singoli provvedimenti”.
Attento
M5S. Se si rompe sui diritti fondamentali della persona, non
si può far finta
di nulla, bisogna esser pronti, preparati, perché o la Kyenge supera
ogni ostacolo
e tutto procede bene, o si
rompe la Larga Alleanza e allora, alla
prossima diretta
streaming, si va con le idee chiare: un governo di numeri
piccoli, ma certi,
a caratura cinque stelle, guidato da Stefano
Rodotà.
Forse,
grazie alla Ministra Kyenge, tutto
tornerà nel buon diritto.
E
Napolitano non s’opporrà.
O
no?
Severo
Laleo
Il problema è che il M5S sull'argomento la pensa così: http://www.beppegrillo.it/2012/01/la_cittadinanza.html
RispondiEliminaPerò apre sull'abolizione dell'IMU... alla fine faranno il governo con Berlusconi
Davvero! E' difficile anche la speranza di questi tempi! Buone cose
RispondiElimina