sabato 25 aprile 2015

25 Aprile 2015. Per un’etica della Resistenza



La tragica morte in mare di persone migranti
in cerca di nuova vita
ha interrogato ad horas la civiltà nostra d’Europa.
Alla fine, solo per spostare qualche spicciolo.
La fissazione dei conti uccide tutto inesorabilmente.
L’Europa muore d’avarizia. Nei suoi leader.
E smarrisce nella contabilità la Resistenza.
Bisogna avvertire: la Resistenza non è più sulle montagne.
La Resistenza è in noi, perché è un’etica comune. Universale.
Un’etica per sempre, oltre la Storia. Altrimenti è finzione,
e rito inutile di celebrazione.
Nel suo saggio del 2011 dal titolo “La virtù della resistenza.
Resistere, prendersi cura, non cedere Carol Gilligan scrive:
 “Uno degli aspetti più tragici della civilizzazione è che le norme morali 
ci hanno allontanato da ciò che solo ora riconosciamo essere la cifra 
della nostra umanità. L’olocausto ha fatto emergere i limiti delle teorie 
sullo sviluppo morale mostrando che i tradizionali criteri di valutazione 
dell’adeguatezza morale –intelligenza ed istruzione- non sono sufficienti 
a impedire le atrocità. In un certo senso, l’avevamo sempre saputo, 
eppure continuiamo a stupirci quando l’ingiustizia viene perpetrata 
dai migliori e dai più brillanti’, per usare l’espressione con cui David Halberstam 
descrive gli uomini che guidarono la guerra in Vietnam (…) Perché l’ingiustizia 
si ripresenta in maniera sistematica in società basate su istituzioni 
e valori democratici? Da cosa origine la resistenza etica?
Indagando (…) siamo riusciti a considerare l’etica della cura (…) 
come un’etica della resistenza che ha la virtù di contrastare l’ingiustizia 
e la riduzione al silenzio. S tratta di un’etica, propria degli esseri umani, 
essenziale alla democrazia e al funzionamento della società globale. 
Più precisamente e in termini controversi, si tratta di un’etica femminista 
che storicamente lotta per liberare la democrazia dal patriarcato (…) 
In una cor­nice patriar­cale la cura è un’etica fem­mi­nile. In una cor­nice 
democratica la cura è un’etica dell’umano (…) Pren­dersi cura esige atten­zione, 
empa­tia, ascolto, rispetto (…). È un’etica rela­zio­nale basata su una premessa 
di inter­di­pen­denza. Non è altrui­smo”.
Forse, oggi, 25 Aprile, ha di nuovo senso Resistere. Per ritrovare umanità.
O no?
Severo Laleo


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