lunedì 20 aprile 2015

La morte dei migranti in mare e la barbarie latente



La nostra retorica politica, d'ogni parte, pretende di costruire sempre un futuro migliore per tutti: e si capisce, 
l'idea di progresso civile è nel dna della nostra civiltà occidentale, patria del diritto e dei diritti della persona.

Ma perché dunque lasciamo morire nel mare persone 
in cerca di appena un po’ di futuro, e di un minimo di diritti, 
e indignati e sconvolti continuiamo a chiacchierare
di responsabilità, di impegni, di nuove misure, 
e ci affanniamo nella ricerca comune di una modalità 
per “impedire”, “bloccare”, “controllare”, “risparmiare”, 
dando a queste parole un nuovo significato di “morte”?

E’ il mistero della profonda barbarie latente.

Per difendere il senso stesso della nostra civiltà, 
e umanità, per dare un minimo di verità ai grandi proclami 
di tante Dichiarazioni, esiste una sola possibilità: 
non solo salvare la vita delle persone, comunque 
e sempre, ma accogliere nel miglior modo possibile 
i diseredati della terra. Senza perdere un attimo. 
Perché l'agire solidale non significa essere “buoni”, 
significa semplicemente essere “vivi”.

O no?

SeveroLaleo

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