I governi a volte durano più a lungo grazie a Responsabili.
E’ una pratica, questa dell’apporto di Responsabili,
introdotta,
nella nostra bella patria del trasformismo,
almeno di recente, nel nostro Parlamento, da un originale
statista,
Silvio Berlusconi. Ma non
è una pratica solo per trasformisti.
E’ una pratica ormai “universale”, utile anche per superare dissensi
di metodo e di
merito all’interno di una stessa forza politica.
Quando si tratta di tener in vita un Governo spesso
non si resiste.
Anzi, proprio di fronte alla possibile caduta di
un Governo,
crescono i devoti della Responsabilità.
Questa volta i Responsabili sono tutti del
Pd (è bene precisare:
la polemica è contro una scelta politica, e non
contro le persone:
le persone sono sempre più di una scelta politica),
sono intorno
a una cinquantina, i quali, convinti che “la fiducia sulla legge elettorale
si sarebbe
potuta evitare [eh, già!]”, constatato che “se non ci fossero
i numeri il
governo cadrebbe, con tutte le conseguenze del caso”[ma no!],
interrogatisi
se non approvare la legge elettorale, già migliorata,
è un buon motivo “per far cadere un governo … in questa fase
delicatissima per l'Italia”
[non sia mai detto!], decidono “di votare
la fiducia”
[giusto!], perché “far cadere il governo
del pd sarebbe
una scelta
irresponsabile e autolesionista”[ragionamento logico!],
e dichiarano: “Il
nostro impegno proseguirà senza sosta [esclusa
la sosta per la legge elettorale!], sui temi dello sviluppo, del lavoro
e della
giustizia sociale, che rappresentano oggi le preoccupazioni
principali delle
cittadine e dei cittadini italiani e che sono
il
fondamento di una azione riformista di sinistra [se qualcuno
concederà alla
sinistra riformista un posto a tavola!].
Lo faremo
dalla nostra salda posizione di minoranza del partito,
una
minoranza solida, autonoma nelle scelte e responsabile
nei
comportamenti [ah, vabbe’, allora il posto a tavola
è già sicuro con i capilista!]".
Per fortuna esistono gli irresponsabili, pronti a
rifiutare
la pratica avvilente (la Storia non tradisce mai) dei
Responsabili,
e proprio in materia di legge elettorale, dove il
Governo è un intruso.
E qui, guarda caso, il giudizio è pressoché unanime.
L’irresponsabile Epifani, con l’etica della semplicità, a tutti comprensibile,
senza
arzigogoli ha dichiarato alla Camera:
“Si dice
spesso che Parigi val bene una messa, ma per molti di noi
il rapporto
tra mezzi e fini non è quello che spesso viene definito,
perché fini
giusti implicano mezzi giusti e mezzi sbagliati non sempre
portano a fini
giusti e condivisi”.
E sembra lanciare un monito: attenzione, quando in Politica
si ha bisogno dei Responsabili è forse perché
altri,
da soli, hanno giocato senza produrre corresponsabilità.
O no?
Severo Laleo