...ecco il Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali
Il Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali è stato adottato dall’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 2008. In quel momento, finalmente si completava uno dei pilastri fondamentali della Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948: il diritto a un rimedio efficace per le vittime delle violazioni di tutti i diritti umani. L’adozione del Protocollo è una delle prime vittorie della campagna “Io pretendo dignità” di Amnesty International e i suoi soci e sostenitori continuano ad attivarsi in oltre 40 paesi nel mondo per chiedere ai governi di firmare il Protocollo.
Prova a immaginare che il governo demolisca la tua abitazione, senza preavviso. Non puoi fermarlo e ti ritrovi in mezzo a una strada. I tuoi figli non possono andare a scuola a causa delle tue origini e la tua richiesta di eguaglianza viene ignorata. I diritti economici, sociali e culturali di troppe persone vengono ignorati ogni giorno. Molte persone non hanno diritto a un alloggio adeguato, al cibo, all’acqua, ai servizi igienico-sanitari, alla salute, al lavoro, all’istruzione o alla sicurezza sociale. Troppo spesso i governi non rispettano gli obblighi derivanti dal diritto internazionale di garantire i diritti economici, sociali e culturali.
Le persone a cui sono stati negati questi diritti spesso non riescono a ottenere giustizia e possono soltanto affidarsi alla buona volontà del governo. Molte persone in tutto il mondo, in particolare quelle che vivono in povertà, subiscono violazioni dei loro diritti umani e si vedono negata la giustizia a livello nazionale. Tra loro ci sono donne che non hanno accesso ai servizi relativi alla maternità, alla sfera sessuale e riproduttiva; ci sono le persone che vivono in insediamenti abitativi precari, senza acqua né servizi igienici, i bambini delle minoranze etniche che non ricevono un’istruzione adeguata.
Amnesty International e la coalizione internazionale di Organizzazioni non governative di cui fa parte sostengono il Protocollo opzionale al Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali, per fornire un rimedio legale a coloro i cui diritti siano stati negati e che non possono ottenere giustizia nei loro paesi. Attraverso petizioni, appelli globali, presenza sui media e pressioni sui governi, i soci di Amnesty International hanno contribuito al supporto internazionale al Protocollo e alla sua adozione da parte dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 2008. Inoltre, nel corso di cinque lunghi anni di negoziati, Amnesty International e le altre organizzazioni si sono opposte ai tentativi di alcuni governi di limitare la portata del Protocollo, come quello che avrebbe permesso a ogni stato di scegliere i singoli diritti per i quali accettare le disposizioni del Protocollo.
In Irlanda, gli attivisti hanno incontrato i funzionari del governo e creato una coalizione di Organizzazioni non governative che ha convinto il governo irlandese a non opporsi a un Protocollo forte. In Mongolia, gli attivisti hanno sensibilizzato l’opinione pubblica sulla povertà e sui diritti umani attraverso attività di formazione e di comunicazione. In Spagna, Amnesty International ha organizzato eventi in 50 città, raccogliendo oltre 20.000 adesioni per incoraggiare il governo a firmare e ratificare il Protocollo. Attivisti di Amnesty International di oltre 40 paesi hanno partecipato a questa campagna e continuano a chiedere a tutti gli stati di ratificare il Protocollo.
Secondo l’ex Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Louise Arbour, il Protocollo “fornirà una piattaforma importante per denunciare le violazioni spesso connesse alla povertà, alla discriminazione e alla negligenza, e che troppe volte le vittime, indifese, sopportano in silenzio. Aiuterà quelle persone che altrimenti sarebbero isolate e impotenti a farsi ascoltare dalla comunità internazionale”. L’Ecuador, la Mongolia, Spagna ed El Salvador hanno ratificato il Protocollo. A settembre 2010, altri 32 stati avevano firmato il Protocollo, indicando quindi la loro intenzione di ratificarlo. Amnesty International e le organizzazioni partner chiedono a tutti gli stati di ratificare il Protocollo affinché ogni cittadino possa far valere i suoi diritti.