sabato 8 ottobre 2011

Attraverso il paradosso di Schwartz, un contributo di Luca De Biase per una cultura del limite.


                    
                 
                          
Perché troppa scelta aumenta l'insoddisfazione? Un tabù occidentale è sempre forte.
Ma la storia che Barry Schwartz racconta è molto convincente.
Troppa scelta vuol dire troppa responsabilità su chi deve scegliere,
troppa paura, troppa autocolpevolizzazione, aspettative troppo elevate.
Troppa scelta non è libertà è paralisi, dice Schwartz.
Può essere per questo che se qualcuno si prende la responsabilità di qualcosa
noi gli siamo grati. Limita la nostra libertà, ma ci aiuta a scegliere.
La libertà non è essere competenti su tutto,
ma scegliere nella convinzione di avere fatto tutto il possibile per decidere bene.
Affidarsi a un dittatore non è libertà. Fare tutto da soli non è libertà.
Quale sarà il punto di equilibrio tra troppa scelta e troppo poca?
Ovviamente non c'è una risposta generale. Ma, se Schwartz ha ragione,
almeno sappiamo che non è la crescita infinita delle opzioni a renderci felici.
Quindi la libertà e la felicità hanno a che fare con:
1. aumentare la conoscenza di come stanno le cose
2. aumentare i motivi consapevoli per cui ci fidiamo degli altri
3. avere un senso del limite che avvicina le aspettative alla realtà
Le politiche contro la libertà e la felicità sono quelle che fanno il contrario:
a. comprimono la cultura e la diffusione della conoscenza
b. spingono ad avere paura degli altri per motivi irrazionali
c. alimentano illimitatamente le aspettative.
Con queste strategie retoriche, quelle politiche fanno aumentare la dipendenza
da chi si pensa possa soddisfare tutti i desideri.
La ricerca dell'equilibrio è una strada molto più complicata.
Scuola, conoscenza, pacatezza, costruiscono libertà e felicità.
Chiunque presenti tutto questo come una rinuncia
e ne parli come una perdita di tempo è un aspirante dittatore.
Per come l'abbiamo conosciuta finora, la televisione è un medium
che alimenta le aspettative all'infinito, spinge a considerare il consumo
come un elemento di soddisfazione illimitata,
raccoglie molta audience quando diffonde la paura,
fa credere che si possa scegliere tra tante cose e in realtà chiede semplicemente
di continuare a guardare la tv. La ricerca dell'equilibrio passa da media
apparentemente più complicati, come quelli che si sviluppano con internet.
Internet non garantisce l'equilibrio. Anche perché il suo primo effetto
è di aumentare la scelta, con il paradosso di Schwartz.
Ma crea condizioni meno favorevoli al pensiero unico
che fingendo di alimentare la scelta in realtà aumenta la dipendenza.
L'equilibrio non lo daranno i media. Lo troveremo noi.

Nessun commento:

Posta un commento